Vicoforte (Cuneo) – Santuario della Natività di Maria

Informazioni utili
| Santuario di Vicoforte | Kalatà | Grandabus | Trenitalia |

Visita al Santuario di Vicoforte, presso Mondovì (Cuneo), con salita alla cupola ellittica più grande al mondo. La salita alla cupola è ad ingresso ridotto con l’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.

Santuario della Natività di Vicoforte

Santuario della Natività di Maria

La storia

Il paese di Vico, la cui prima menzione in un documento imperiale risale al 1041 ma che doveva già essere abitato al tempo dei romani, è nel Medioevo un castello circondato da un piccolo borgo chiuso nella cerchia di mura, di cui erano ancora visibili i resti all’inizio del XVIII secolo. All’inizio del XIII secolo numerose famiglie vicesi si spostano verso una vicina altura detta ‘Monte di Vico’, successivamente denominata ‘Montis Regalis’, dando origine, assieme ad altre popolazioni locali, all’odierna Mondovì. Da questo momento Vico perde l’originaria importanza e resta un piccolo borgo alle dipendenze del capoluogo monregalese. Nel 1862 in memoria della fortificazione, distrutta nel 1684 durante una serie di insurrezioni popolari contro il Ducato di Savoia, all’originaria denominazione si sostituisce l’attuale nome di Vicoforte.

Sorta sull’importante via di comunicazione che collegava i porti liguri con l’entroterra, fra il XV e il XVI secolo Mondovì è una città ricca e fiorente, la più popolosa del Piemonte, è sede vescovile, ospita uno studio universitario, vede nascere importanti tipografie. La sua crescita si arresta bruscamente dopo le cosiddette ‘guerre del sale’, insurrezioni popolari che fra 1680 e 1699 scoppiano in difesa delle antiche libertà comunali, ora negate dai duchi sabaudi, i quali mirano a creare uno Stato centrale di stampo assolutistico. Le guerre si concludono con lo smembramento del territorio monregalese in vari comuni, la dispersione delle popolazioni che lo abitavano, e la perdita di importanza di Mondovì.

Vicoforte pesaggio

Paesaggio con vista dal Santuario

La storia del Santuario di Vicoforte inizia in una data imprecisata poco dopo il 1500; secondo la tradizione, un fornaciaio, su suggerimento di una sua figlia, erige un pilone votivo alla Madonna, per ottenere dalla Vergine la grazia di una buona cottura dei mattoni; un autore di scuola locale, sulla cui identificazione la critica non ha ancora trovato un accordo, dipinge una Madonna con Bambino. Il Pilone viene con il tempo nascosto dalla boscaglia e dagli arbusti; nel 1529 il contadino Giulio Sargiano, durante una battuta di caccia, colpisce inavvertitamente l’immagine della Madonna, dalla quale escono alcune gocce di sangue. Inizia immediatamente una devozione religiosa verso l’immagine, inizialmente da parte delle popolazioni locali, ma che in breve tempo si amplia e acquisisce fama in un territorio sempre più vasto.

Madonna con bambino, Santuario di Vicoforte

Il Pilone con la Madonna con Bambino

Nel 1594 il diacono Cesare Trombetta fa erigere una prima cappella attorno al Pilone, come ringraziamento alla Vergine per la liberazione da una pestilenza. Con l’aumentare dei pellegrinaggi e delle offerte votive, il vescovo della vicina Mondovì, Giovanni Antonio Castrucci, avvia un’inchiesta sulla devozione alla sacra immagine e sui fatti miracolosi che si dice siano avvenuti. L’inchiesta si conclude in breve tempo con la dichiarazione della veridicità delle grazie, con l’estromissione di Trombetta, e con l’avvio della costruzione di una chiesa a tre navate su progetti presentati da architetti scelti da Castrucci.

Man mano che crescono la devozione popolare e i pellegrinaggi alla Madonna di Mondovì, il duca Carlo Emanuele I e la sua consorte Caterina d’Asburgo mostrano un sempre maggiore interesse per l’erezione di un santuario posto sotto il controllo ducale, che possa dare prestigio al ducato sabaudo. All’insaputa del vescovo Castrucci, e in accordo con gli ambienti pontifici, Carlo Emanuele I consulta diversi architetti per il progetto di una grandiosa chiesa dedicata alla Vergine, che diventi al contempo il luogo di sepoltura dei regnanti di Casa Savoia. Fra le numerose proposte, viene scelta quella dell’architetto di corte Ascanio Vitozzi, che progetta un tempio dall’insolita pianta ellittica. La costruzione del nuovo edificio inizia nel 1596 alla presenza della famiglia ducale.

Altare votivo e dipinto Madonna con bambino, Santuario di Vicoforte

Altare votivo Santuario della Natività di Vicoforte

Fin da principio, si evidenziano gravi problemi statici dovuti al terreno argilloso sul quale è costruito il Santuario; già Vitozzi è costretto a rallentare l’edificazione per scavare canali di drenaggio delle acque di risalita dalla falda sottostante. Alla morte di Vitozzi, nel 1615, la costruzione arriva alle imposte degli archi; i lavori vengono sospesi e  rallentano fino ad interrompersi per la sopravvenuta morte del duca (1630) e una lunga serie di guerre e pestilenze che perdurano per tutto il Seicento.

Nel 1701 il progetto viene affidato al giovane architetto Francesco Gallo, che ingrandisce la cupola vitozziana fino a portarla alle attuali dimensioni di oltre 37×24 metri. Nonostante lo scetticismo che circonda l’ambizioso progetto, la cupola e il lanternino sono terminati nel 1733. La decorazione della volta, dopo alcuni tentativi che non vanno a buon fine, viene affidata nel 1745 a Mattia Bortoloni e Felice Biella, che portano a compimento l’impresa nel 1752. La facciata viene eseguita nel 1825-1830, mentre i quattro campanili in stile eclettico risalgono al 1884. Per alleggerire il peso della cupola e tentare di frenare l’apertura delle numerose crepe, nel 1883 l’originaria copertura in coppi viene sostituita dall’attuale struttura in legno e lastre di rame.

Santuario della Natività di Maria di Vicoforte, facciata

Santuario della Natività di Maria di Vicoforte, facciata e cupola ellittica

Per scongiurare il pericolo di cedimenti strutturali, all’inizio degli anni Ottanta del Novecento prendono avvio i cantieri per il risanamento del terreno e delle fondazioni, il drenaggio delle acque di falda, la cerchiatura del tamburo, e il monitoraggio costante della struttura tramite sonde e sensori inseriti nelle fessure della cupola.

Gli edifici porticati costruiti davanti all’ingresso principale del Santuario, convenzionalmente definiti “Palazzata”, sono parte integrante del progetto architettonico di Vitozzi; terminati nel corso dell’800, presentano un fronte continuo in forma di semi-ottagono, con edifici uniformi nelle facciate e nelle altezze, ed erano inizialmente destinati ad ospitare l’ospedale dei pellegrini, il Pio Istituto degli Orfani e il palazzo del Duca;  la statua di Carlo Emanuele I al centro della piazza risale al 1891, e rappresenta il Duca in atto di indicare il luogo in cui erigere il tempio a Maria, depositario delle sue spoglie mortali. Lungo la strada che collega Mondovì a Vicoforte, dalla seconda metà del ’600 sono state costruite delle cappelle dedicate ai Misteri del Rosario; progettate per i pellegrini che si recavano al Santuario, delle previste 13 ne sono state realizzate 6.

Il percorso di visita

L’accesso al Santuario dall’ingresso principale avviene attraversando un ampio atrio longitudinale decorato da affreschi con quadrature sulle volte e architetture illusionistiche alle pareti. Oltre l’atrio, si apre immediatamente alla vista la grandiosa cupola ellittica, la più grande al mondo di questa forma. Al centro dell’ambiente a pianta centrale è posto il Pilone con l’immagine della Madonna con Bambino, contornato da un baldacchino marmoreo settecentesco; le due statue ai lati rappresentano la Carità e la Speranza.

Santuario della Natività Vicoforte, atrio

Santuario Vicoforte, atrio

Le cappelle

Iniziando la visita alla sinistra dell’ingresso e procedendo in senso orario, la prima cappella che si incontra è dedicata a San Bernardo, abate dell’ordine cistercense che fin dalle origini ha occupato il monastero attiguo al Santuario. Il santo è raffigurato sia sulla pala d’altare che in gloria sugli affreschi della volta; a sinistra è collocata la tomba di Carlo Emanuele I di Savoia; nel 2017, con grande clamore mediatico, sono state trasferite nella cappella due arche contenenti le spoglie di Vittorio Emanuele III e della regina Elena del Montenegro. Il monumento sulla destra raffigura il papa Pio VII, in ricordo del suo passaggio presso il Santuario nel 1809 come prigioniero di Napoleone.

Cappella di  Bernardo

Volta della cappella di San Bernardo

La seconda cappella, dedicata a San Giuseppe, è decorata da una tela d’altare e da una volta raffiguranti il santo in gloria, e da altri dipinti con episodi della vita di Gesù, uno con Sant’Anna, e uno con due monache che offrono il loro cuore a Maria. La cappella absidale è dedicata a San Rocco; dietro l’altare è collocata la tela del pittore Franz Anton Meyer Madonna col Bambino e Santi Giovanni Battista, Rocco, Maurizio. La quarta cappella è intitolata a San Francesco di Sales, in ricordo del suo pellegrinaggio al Santuario nel 1604; episodi della vita del santo sono raffigurati nella tela d’altare, nei tondi monocromi ai suoi lati, e sull’affresco della volta.

La quinta cappella, a destra dell’ingresso principale, è dedicata a San Benedetto; ospita il cenotafio di Margherita di Savoia, figlia di Carlo Emanuele I; la duchessa è raffigurata in una statua riccamente decorata, opera di Giuseppe Gagini, collocata sulla parete destra; di Francesco Pietro Gagini sono le statue di Santa Geltrude, San Mauro, San Placido, Santa Cunegonda di Baviera (santi dell’ordine Benedettino, di cui i Cistercensi sono una filiazione), collocate in nicchie nei quattro angoli della cappella; la parete frontale è decorata da una tela centrale di Giovanni Paolo e Raffaele Recchi con San Benedetto e San Carlo in adorazione della Sindone, mentre la Deposizione dalla croce e la Sepoltura di Gesù poste ai lati sono di Sebastiano Taricco; ancora di Taricco è la decorazione della volta, con il Trionfo della Croce e Profeti.

Cappella di San Benedet

Cappella di San Benedetto, cenotafio di Margherita di Savoia

La decorazione della cupola

Con i suoi oltre 6.000 metri quadrati, la cupola è l’affresco a tema unico più grande al mondo. Viene decorata fra il 1745 e il 1752 dal figurista Mattia Bortoloni, della scuola veneta del Piazzetta e di Tiepolo, e dal quadraturista Felice Biella, che raffigurano la storia della salvezza dell’anima attraverso la vita di Maria. Il numero 8, simbolo dell’infinito e dell’eternità, ricorre in tutta la decorazione: nei sottarchi delle 8 arcate sono raffigurate 8 Sibille, che rappresentano l’attesa della redenzione nel mondo pagano; tra i finestroni a serliana del tamburo sono raffigurati 8 Profeti, che avevano preannunciato l’avvento del Figlio di Dio nel mondo ebraico; i pilastri degli archi sono decorati da 8 medaglioni che mostrano scene della vita della Vergine, ognuno preceduto da un cartiglio con un motto biblico che si riferisce all’episodio mariano; l’interno è illuminato da 8 finestroni ovali e 8 finestre a serliana; la volta è decorata a lacunari ottagonali, nei quali brillano stelle dorate a 8 punte.

Cupola ellittica Santuario Vicoforte, decorazione

Cupola ellittica Santuario Vicoforte, decorazione

Sulla volta è raffigurata Maria che ascende al cielo, contornata dagli Apostoli, dalle Virtù Cardinali, dai Dottori della Chiesa, e da due figure che simboleggiano la Sapienza; ad attenderla nella lanterna, la Santissima Trinità, dipinta su tavole in legno sagomate per un maggiore effetto tridimensionale.

La salita alla cupola

La salita alla cupola è possibile grazie alle visite guidate dell’impresa culturale Kalatà. Per poter accedere in sicurezza fino alla lanterna, vengono forniti un caschetto protettivo e un’imbragatura con moschettone simile a quelle che vengono utilizzate per le scalate in montagna. Occorre lasciare borse e zaini presso l’accettazione, e inserire i cellulari in apposite custodie trasparenti che consentono di utilizzare lo schermo touch e di scattare fotografie.

Cupola ellittica Santuario di Vicoforte, balaustra

Cupola ellittica Santuario di Vicoforte, vista dalla balaustra

Durante la salita (per un totale di 266 gradini) sono previste diverse soste con spiegazioni da parte delle guide sulla storia del Santuario, con particolare attenzione ai numerosi problemi statici che l’edificio ha dovuto affrontare fin dalla sua costruzione. Il primo affaccio sull’interno del Santuario avviene dalle finestre poste sulle balconate esterne, appena sopra agli archi. La salita prosegue fino alla balaustra interna, posta fra le serliane e gli oculi; da qui è possibile osservare gli affreschi della volta da una distanza ravvicinata e percorrere l’intera circonferenza della cupola. Sono anche ben visibili i sensori applicati alle crepe, che monitorano costantemente i movimenti della cupola, e le imponenti barre di cerchiaggio inserite all’interno delle murature.

Santissima Trinità, Santuario di Vicoforte

Lanternino, Santissima Trinità

L’ultimo tratto dell’ascesa è il più avventuroso, ma anche il più gratificante. Si raggiunge la sommità della cupola, camminando nello spazio fra la muratura esterna della volta e la copertura in rame del tetto; segnaliamo che l’ambiente è piuttosto caldo anche in giornate non soleggiate. Tramite una scala a pioli, agganciati con il moschettone di sicurezza e con l’aiuto e la presenza costante delle guide, si sale in verticale per raggiungere i 60 metri della lanterna, dove ci attende una piccola balconata all’altezza delle figure della Santissima Trinità dalla quale si ha una vertiginosa vista sull’interno del Santuario; dai balconcini esterni, la visuale spazia sulle colline che circondano il Santuario.

Santuario di Vicoforte, veduta della palazzata e del paesaggio

Santuario di Vicoforte, veduta della Palazzata e del paesaggio

Come arrivare

Il Santuario di Vicoforte si trova in Piazza Carlo Emanuele I.

La visita al Santuario è libera, mentre la salita alla cupola è possibile esclusivamente con l’accompagnamento delle guide di Kalatà; dato che i posti sono limitati, consigliamo di prenotare in anticipo; la biglietteria si trova sotto i portici della Palazzata. Per gli orari di apertura del Santuario e della salita alla cupola, rimandiamo ai relativi siti.

Con i mezzi pubblici: il Santuario è raggiungibile con gli autobus Grandabus, linea 100B, fermata Santuario.

In auto: ampia disponibilità di parcheggi gratuiti nelle immediate adiacenze del Santuario.

Dove mangiare

Sotto i portici della Palazzata si può scegliere fra diversi ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie e gelaterie. Sul retro del Santuario è a disposizione dei turisti un’area pic-nic con tavoli e panche; nei pressi dei tavoli si trovano dei servizi pubblici gratuiti.


Informazioni utili
| Santuario di Vicoforte | Kalatà | Grandabus | Trenitalia |