Torino – Manifattura Aurora
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| Aurora Penne | Officina della Scrittura | GTT |Visita allo stabilimento produttivo della Aurora, storica fabbrica di penne stilografiche di Torino, e all’Officina della Scrittura, il museo d’impresa che ripercorre la storia dell’azienda e racconta la nascita e l’evoluzione del segno e della scrittura.
Edifici dello stabilimento Aurora
La storia della Manifattura Aurora
La Fabbrica italiana di penne a serbatoio Aurora nasce nel 1919, quando il ragioniere Franco Negri, giovane e intraprendente ma privo di capitali, propone all’industriale tessile Isaia Levi di aprire una fabbrica di penne stilografiche. Levi, alla guida dell’azienda di famiglia, già dall’inizio del secolo ha iniziato a diversificare i suoi investimenti in vari settori produttivi; interessato alla proposta di Negri, nello stesso anno dà avvio alla nuova attività in un ampio padiglione in via della Basilica 9 a Torino, poco distante dal Duomo. Il nome scelto per la nuova azienda evoca il desiderio di rinascita dopo le tragedie della guerra, la speranza di un’aurora di un mondo nuovo.
Pennini
Levi, che segue personalmente l’attività, nomina Negri primo direttore dell’Aurora. Nel corso dei primi anni ’20 le stilografiche si affermano rapidamente nel nord Italia grazie a una fitta rete di rivenditori e a una propaganda commerciale affidata a noti grafici pubblicitari. Inizialmente prodotte in ebanite, unico materiale in grado di resistere alla corrosione degli inchiostri, in questo periodo nascono le stilografiche in celluloide, materiale che permette di produrre penne colorate.
Penne Aurora in diversi materiali e finiture
Nel 1925 l’ebreo Levi si iscrive al Partito Fascista, convinto che sia un bene per l’Italia. Nel 1929, in un periodo di difficoltà per l’azienda a causa dei costi di produzione troppo elevati e di una qualità dei prodotti non sempre ottima, Negri viene licenziato e sostituito da Rodolfo De Benedetti, cugino di Levi, che risolleva l’attività migliorando la produttività, tagliando i costi, diversificando l’attività commerciale, lanciando modelli di penne economici e aprendo le vendite all’estero.
Officina della Scrittura – La storia d’Italia attraverso le penne Aurora
Nel clima di ostilità verso gli ebrei, nel 1937 Levi decide di separare il nome di famiglia dall’azienda, trasformandola in Sapem – Società Anonima di Penne e Matite in modo da poterla affidare a persone di religione non ebraica in caso di necessità. Nel 1938 infatti con le leggi razziali Levi vede revocata la sua tessera di partito e viene invitato a dimettersi da ogni consiglio di amministrazione o direttivo di azienda o associazione. Grazie ai suoi contatti fra le gerarchie fasciste, nel 1940 ottiene un decreto di arianizzazione, con il quale torna ad avere il controllo del suo patrimonio.
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, l’attività della Sapem è così fiorente che Levi acquisisce un fabbricato alla periferia di Torino, nella zona dell’Abbadia di Stura, per ampliare la produzione. La scelta si rivela provvidenziale, perché durante il bombardamento di Torino del luglio 1943 la fabbrica di via della Basilica viene completamente distrutta. L’attività viene così trasferita nello stabilimento nel quale si trova tuttora.
Cortile interno dello stabilimento Aurora
Non avendo eredi diretti, nel 1946 Levi affida le sue quote e la gestione dell’azienda al nipote Giovanni Enriques, già nel consiglio di amministrazione dall’anno precedente. Insieme al direttore tecnico Aldo Torchi, negli anni seguenti Enriques sviluppa nuovi modelli di penne in collaborazione con scienziati e designer industriali, apportando innovazioni sia tecniche (come le stilografiche a cartucce) che di design.
Una fase di lavorazione delle penne
Nel 1958 Giovanni Enriques intervista Franco Verona per un progetto di sviluppo economico al quale sta lavorando al di fuori della Aurora. Verona è un giovane ingegnere italiano cresciuto in Argentina che si trova in Italia per trascorrere un breve periodo di lavoro nel paese di origine della sua famiglia. Cesare Verona, ebreo e nonno di Franco, aveva introdotto per primo in Italia dal 1889 le macchine per scrivere della Remington, commercializzandole con grande successo e abilità imprenditoriale fino alla chiusura forzata dell’azienda nel 1939 a causa delle leggi razziali e al trasferimento di gran parte della famiglia Verona in Argentina. Enriques, che aveva conosciuto e stimato Cesare Verona, propone al giovane Franco di lavorare per l’Aurora, della quale diventa prima responsabile delle vendite estero, e poi socio di maggioranza.
Officina della Scrittura – Esposizione di macchine per scrivere Remington
Sotto la guida di Franco Verona, la Aurora arriva a impiegare circa 300 dipendenti negli anni ’60. Con l’introduzione della popolare penna Auretta, progettata da Albe Steiner, l’azienda conquista il mercato della scuola; con la stilografica Hastil e la penna a sfera Thesi, disegnate da Marco Zanuso, i prodotti Aurora entrano nella storia del design e vengono esposti al Musem of Modern Art di New York.
Officina della Scrittura – Esposizione di penne storiche
Con l’avvento dei computer e dell’informatica, dall’inizio degli anni ’90 l’azienda si specializza progressivamente nella produzione di penne stilografiche personalizzate, preziose, numerate, pezzi di alto valore economico, prodotti artigianalmente su misura secondo le richieste dei clienti. Nel 1990 Cesare Verona, figlio di Franco, entra in azienda e dà avvio all’espansione delle vendite fuori dall’Italia, che rappresentano oggi quasi il 70% del fatturato. Nel 2010, con l’acquisizione delle quote ancora appartenenti agli Enriques, la proprietà dell’Aurora passa interamente alla famiglia Verona.
Edificio dello stabilimento Aurora
La visita allo stabilimento
L’area dell’Abbadia di Stura, dove ha sede la Aurora, prende il nome da un complesso formato da un ospedale, una chiesa intitolata a San Giacomo, strutture di accoglienza per i pellegrini e in seguito cascine, sorto a partire dal 1146 sulla strada che da Torino portava a Pavia, parte dell’antica strada romana proveniente dalla Francia e diretta a Roma, poi diventata via Francigena. La chiesa, che con la sua torre campanaria è ancora visibile avvicinandosi al complesso industriale ma si trova purtroppo in stato di conservazione assai precario, viene rimaneggiata nel 1760 quando diventa parrocchia della regione detta Barca, che prende forse il nome dal servizio di traghetti per l’attraversamento del vicino fiume Stura gestito dai monaci. Il complesso dell’Abbadia inizia ad essere smembrato a metà ’800; gli edifici lungo il canale vengono utilizzati per l’impianto di un filatoio da seta, che a inizio ’900 diventa un cotonificio; sono questi i locali acquistati nel 1942 da Isaia Levi e che ospitano oggi sede della Aurora.
L’edificio che ospita lo stabilimento Aurora
La visita allo stabilimento produttivo, possibile esclusivamente con l’accompagnamento di una guida, si svolge nell’area delle lavorazioni meccaniche. Il percorso segue il processo di produzione delle penne stilografiche, interamente realizzate presso la Aurora dalla progettazione al prodotto finito. Dopo la fase di studio e progettazione, che può durare fino a due anni, le penne stilografiche entrano in produzione. La struttura esterna della penna è realizzata in materiale plastico (polimeri per la gamma media o PMMA per l’alta gamma), che viene stampato, tornito, forato e filettato nella forma desiderata. I cappucci metallici sono realizzati in acciaio per imbutitura e lasciati lisci, incisi a laser o lavorati con apposite macchine a guilloché, le parti metalliche come i fermagli e gli anellini vengono rifiniti in lavorazione galvanica.
Una selezione di penne stilografiche Aurora
I pennini sono realizzati totalmente in fabbrica; una lamina d’oro, argento o altro metallo non pregiato viene tagliata, le viene dato uno spessore diverso a seconda delle zone del pennino che dovranno essere più resistenti o più flessibili, tranciata, forata, timbrata con il marchio Aurora, piegata in più passaggi fino a ottenere il pennino finito; una piccola sfera di iridio, un metallo duro che non si consuma con l’utilizzo, viene saldata sulla punta. Vengono prodotti 20 tipi diversi di pennini, a seconda dell’uso: pennini classici per uso comune, pennini per grafologi e calligrafi che possono realizzare tratti più spessi o più fini per scopi artistici, pennini con un’inclinazione particolare per mancini, pennini per il mercato orientale che consentono di realizzare con precisione i piccoli tratti dei pittogrammi; per ogni categoria, vengono realizzati pennini con gradi diversi di larghezza, a seconda della preferenza personale di ognuno: la produzione è quindi strettamente legata alle esigenze individuali di scrittura.
Una fase della lavorazione dei pennini
Quando tutti i componenti sono stati realizzati, ogni penna viene montata a mano, con un tempo di lavorazione fino a un giorno e mezzo. La visita si conclude nel reparto riparazioni, dove si trovano macchinari degli anni ’40, ’50 e ’60 che non sono più utilizzati per la produzione ma vengono rimessi in funzione quando una penna rientra in fabbrica per la riparazione; non esistono infatti centri di assistenza esterni, e ogni tipologia di penna prodotta dalla Aurora può essere riparata in fabbrica.
Interno dello stabilimento Aurora
L’Officina della Scrittura
Inaugurato nel 2016, l’Officina della Scrittura è il primo museo al mondo dedicato al segno e alla scrittura, in un percorso che porta alla scoperta della comunicazione scritta dai primi segni realizzati dall’uomo con le pitture e le incisioni rupestri alle forme della comunicazione contemporanea.
Officina della Scrittura, allestimento
Dopo un breve video introduttivo che racconta la storia dell’area dell’Abbadia di Stura, le prime sale sono dedicate a un’ampia esposizione di macchine per scrivere Remington, a ricordo dell’attività che ha portato la famiglia Verona, attuale proprietaria della Aurora, nel mondo della scrittura.
Dettaglio di una macchina per scrivere Remington
L’introduzione al mondo delle penne stilografiche avviene con l’esposizione delle cosiddette “13 Regine”, penne di diversi marchi che hanno segnato, con le loro innovazioni tecniche, la storia della scrittura stilografica.
Le 13 Regine
Con il supporto di numerosi pannelli informativi, installazioni multimediali e video viene ripercorsa la storia dell’Italia vista attraverso le penne stilografiche Aurora, con l’esposizione di pezzi iconici che hanno segnato le vicende dell’azienda: la penna Etiopia, pensata negli anni ’30 per gli ufficiali italiani di stanza nella nuova colonia e funzionante con piccole pastiglie di inchiostro che diventano liquide una volta diluite nell’acqua, con il cappuccio decorato da un’aquila imperiale; la penna Topolino, nata negli stessi anni per conquistare il mercato dei ragazzi; il ricordo dei patti lateranensi, che si dicono firmati proprio con una penna Aurora; le iconiche Hastil e Thesi, esposte al MoMa di New York; pregiate penne realizzate con materiali preziosi e finiture di lusso. Presso uno dei punti didattici dislocati lungo il percorso è anche possibile provare le penne Aurora e lasciare un segno del proprio passaggio.
Officina della Scrittura – Sezione Storia d’Italia attraverso la penna Aurora
La ricostruzione di una serie di uffici degli anni ’50, ’60 e ’70 rievoca l’evoluzione degli ambienti lavorativi che hanno visto il progressivo passaggio dalla scrittura a mano a quella meccanizzata.
Officina della Scrittura – Ricostruzione di uffici storici
Nell’ultima interessante sezione sono esposti numerosi macchinari d’epoca che venivano utilizzati per la produzione delle stilografiche, dalla tornitura alla carteggiatura, dal lavaggio alla riparazione, con l’esposizione della bicicletta di un riparatore ambulante di penne degli anni ’50. Completa l’allestimento una selezione di poster e cartelloni pubblicitari di campagne promozionali del passato.
Bicicletta di un riparatore di penne stilografiche degli anni ’50
La visita si conclude nello spazio dedicato alle esposizioni temporanee, con mostre legate al tema della scrittura.
Sala esposizioni temporanee
Come arrivare
La Aurora si trova a Torino, in strada Abbadia di Stura 200. La visita alla manifattura è esclusivamente guidata, mentre la visita al museo è libera; per entrambi occorre prenotare in anticipo contattando il museo Officina della Scrittura. La visita alla manifattura durante i giorni lavorativi (lunedì-venerdì) consente di vedere le macchine in funzione e gli addetti al lavoro.
In auto: lo stabilimento Aurora si trova in una zona industriale; è possibile parcheggiare su strada nelle vicinanze, segnaliamo che durante la settimana i posti sono limitati perché nella stessa zona si trovano molte aziende e non ci sono aree destinate a parcheggio.
Con i mezzi pubblici: è possibile raggiungere la zona industriale di Abbadia di Stura con l’autobus GTT n. 49 che parte dal capolinea di corso Bolzano (nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Susa) e in ca. 40 minuti arriva alla fermata Abbadia di Bertolla, a ca. 250 metri dalla Aurora.
Dove mangiare
Nello stabilimento Aurora è ospitato il Ristorante Caffetteria l’Officina, aperto dal lunedì al venerdì; per gli orari e tutti i contatti rimandiamo al sito della Aurora.