Brescia – Rotonda (Duomo vecchio)
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| Cattedrale di Brescia | Gruppo Brescia Mobilità | TrenitaliaAbbiamo visitato il Duomo Vecchio di Brescia, anche conosciuto come Rotonda per la sua forma a pianta centrale, o come concattedrale invernale di Santa Maria Assunta. Si tratta della chiesa più antica della città, e di uno dei monumenti più importanti del romanico lombardo.
Rotonda, esterno
La storia
Alcuni scavi condotti alla fine del XIX secolo hanno mostrato che l’area su cui sorge il Duomo Vecchio di Brescia era già utilizzata in età romana: nella zona del presbiterio e del transetto sono infatti stati rinvenuti vani e resti di strutture forse appartenenti ad un edificio termale del I-III secolo d.C. La costruzione dell’antica basilica di Santa Maria Maggiore de Dom, così detta in riferimento alla vicina domus episcopale, dove risiedeva il vescovo e ancora oggi identificabile con il palazzo vescovile, ha inizio probabilmente già in epoca paleocristiana (forse intorno al VI-VII secolo), nello stesso periodo in cui viene eretta la vicina basilica di San Pietro de Dom (oggi Duomo Nuovo). L’antica basilica di Santa Maria Maggiore era un edificio a pianta longitudinale senza transetto e a un unico vano; l’ubicazione di questa primitiva chiesa è oggi segnalata sul pavimento del livello inferiore della Rotonda da delle piastrelle di colore scuro.
Rotonda, vista della pavimentazione con l’indicazione della posizione dell’antica basilica di Santa Maria Maggiore de Dom
Nell’848 il vescovo Ramperto trasferisce dalla basilica di Sant’Andrea fuori le mura (non più esistente) alla basilica di Santa Maria Maggiore le reliquie di San Filastrio, vescovo di Brescia della fine del IV secolo; probabilmente in questa occasione la cripta già esistente dal VI secolo viene restaurata assumendo l’aspetto attuale e l’intitolazione al santo vescovo. Nella sua forma iniziale, la cripta doveva essere accessibile da due scale in corrispondenza delle piccole navatelle laterali, poi spostate nell’attuale posizione al momento della costruzione della Rotonda per consentire il posizionamento di due pilastri; la visita alla cripta avveniva forse con un circuito anulare attorno all’arca con le spoglie del santo vescovo, anche se sulle due colonne centrali sono presenti fori che possono far pensare ad una cancellata a protezione delle reliquie.
Rotonda, cripta di San Filastrio
La costruzione della chiesa circolare con l’alto tamburo che vediamo ancora oggi risale probabilmente all’XI secolo; sopra l’ingresso era presente un’alta torre campanaria, visibile in dipinti e stampe antichi, crollata nel 1708 perché era stata sopraelevata alla fine del XIII secolo e poi indebolita alla base con l’apertura del nuovo portale d’ingresso nel 1571.
Alla fine del Duecento il vescovo e signore di Brescia Berardo Maggi apporta una serie di importanti modifiche alla zona absidale della Rotonda, ampliando il presbiterio e avviando una campagna di decorazione degli interni. Negli ultimi anni del Quattrocento il presbiterio viene ulteriormente prolungato e viene aggiunto il transetto, completato dalla cappella delle Sante Croci a sinistra e dalla cappella del Santissimo Sacramento a destra; in occasione di questi lavori vengono rinvenuti i primi mosaici paleocristiani della zona presbiteriale.
Rotonda, presbiterio
Nel 1518 viene installato un primo organo, opera di Giovanni da Pinerolo, decorato con ante dipinte da Floriano Ferramola e da Alessandro Bonvicino detto il Moretto che oggi si trovano nella chiesa di Santa Maria Assunta in Valvendra a Lovere (Bergamo). Già nel 1536 l’organo viene sostituito con quello ancora in loco, opera di Giangiacomo Antegnati, con ante decorate da Girolamo da Romano detto il Romanino; l’organo è stato di recente restaurato, e le ante sono state ricollocate nel 2023.
Rotonda, organo di Giangiacomo Antegnati con ante del Romanino
Nel 1571 vengono realizzati diversi interventi di sistemazione a cura dell’architetto Giovanni Maria Piantavigna: l’ingresso alla Rotonda, che in origine avveniva attraverso due porte alla base della perduta torre, viene spostato nell’attuale collocazione, con la realizzazione del portale barocco; per consentire l’accesso alla chiesa dall’attuale ingresso, che si trova ad una quota pavimentale molto più alta di quella originale, vengono quindi realizzate delle scale che permettono di scendere a destra e a sinistra nell’ambulacro circolare. Una delle due porte di ingresso originali è visibile dall’esterno, in basso sul lato destro, dove grazie ad uno sterro è stato riportato alla luce il livello della piazza al momento della costruzione della chiesa.
Rotonda, antico ingresso
Alla fine dell’Ottocento vengono avviati dei cantieri per il restauro del Duomo diretti dall’architetto Luigi Arcioni; grazie a questi interventi viene riaperta la cripta di San Filastrio, che nel corso dei secoli era stata dismessa e poi sigillata; vengono riscoperti le fondamenta dell’antica cattedrale e una serie di mosaici databili fra la tarda età romana e la prima epoca paleocristiana, oggi visibili in vari punti del pavimento della cattedrale attraverso vetri protettivi; vengono riportati alla luce pochi lacerti di affreschi duecenteschi. Nel 1957 vengono riscoperti gli ampi brani di affreschi della zona presbiteriale.
Rotonda, vista dell’interno verso il presbiterio
Il percorso di visita
L’attuale ingresso alla Rotonda immette al livello più alto della pavimentazione, permettendo di ammirare da subito la maestosità della cupola e la grandezza dell’ambiente a pianta circolare. Il primo monumento che si incontra appena entrati è il sarcofago in marmo rosso di Verona di Berardo Maggi, il vescovo di Brescia che alla fine del Duecento promuove un rinnovamento stilistico del Duomo con estese campagne di decorazione pittorica e il primo ampliamento del presbiterio. Maggi, che è anche signore della città di Brescia fra 1275 e 1308, commissiona per la sua sepoltura un grande sarcofago, originariamente posto nei pressi dell’altare, realizzato in continuità stilistica nello stesso marmo, e collocato nell’attuale posizione con i restauri di fine ’800; il coperchio riccamente decorato presenta sul lato anteriore il vescovo disteso sul letto di morte, mentre sullo sfondo è raffigurata la cerimonia funebre con una successione di personaggi che svolgono riti funerari; dietro la testa e ai piedi del defunto sono raffigurati gli Evangelisti, mentre agli angoli sono rappresentati i santi vescovi di Brescia Apollonio e Filastrio, e i santi protettori della città Faustino e Giovita. Sul lato posteriore è rappresentata la cosiddetta Pace di Berardo Maggi, un’affollata scena che ricorda il giuramento di fedeltà con il quale Maggi riuscì a portare la pace in città conciliando le fazioni guelfa e ghibellina; agli angoli sono raffigurati i santi Pietro e Paolo. Sui lati corti del coperchio sono visibili da un lato una croce intagliata, e dall’altro un bassorilievo con San Giorgio e il drago; il santo ha una lancia decorata dal vessillo dell’Orifiamma, per cui i due rilievi richiamano il Tesoro delle Sante Croci conservato nell’omonima cappella della Rotonda.
Rotonda, sarcofago di Berardo Maggi
Affacciandosi verso l’interno della Rotonda è possibile vedere sul pavimento al livello più basso le piastrelle nere che delineano l’area occupata dalla primitiva chiesa di Santa Maria de Dom. Scendendo dalle scale a destra e sinistra si accede al livello dell’ambulacro. Al momento della costruzione del Duomo Vecchio e del Duomo Nuovo, le due cattedrali venivano utilizzate per finalità liturgiche diverse: il Duomo Vecchio, con la sua forma circolare, era destinato alle messe quotidiane sia feriali che festive a cui partecipavano soprattutto i canonici, che prevedevano una processione verso l’altare percorrendo l’ambulacro; l’acustica non ottimale della Rotonda la rendeva inadatta alla messa festiva con l’omelia e la lettura della parola divina, che veniva quindi svolta nel Duomo Nuovo con la partecipazione del popolo.
Rotonda, vista dell’interno verso l’ingresso
Procedendo nella visita scendendo dalla scala di destra, sulla parete verso l’ingresso è possibile vedere le scale di accesso all’antica torre crollata nel 1708. Qui è murata una porzione di lastra marmorea con la figura di Sant’Apollonio, vescovo di Brescia nel IV secolo che secondo la tradizione avrebbe convertito e battezzato Faustino e Giovita, i santi protettori della città. Al termine dell’ambulacro si apre la cappella dell’Angelo Custode, decorata da una pala di inizio ’600 di Antonio Gandino raffigurante L’Angelo Custode indica a un bimbo la via del Cielo. In una nicchia sulla parete a sinistra della cappella è collocato il Monumento funebre a Balduino Lambertini, opera di metà Trecento di Bonino da Campione; il vescovo Lambertini è raffigurato giacente sullo spiovente del coperchio, sormontato da una statua del Cristo dolente; sulla fronte si vede il vescovo inginocchiato davanti alla Madonna con il Bambino, presentato dal San Lorenzo e accompagnato da altri vescovi, forse i bresciani Sant’Apollonio, San Filastrio e San Gaudenzio, oltre a Sant’Ambrogio; ai lati si trovano i busti di San Pietro e San Paolo.
Bonino da Campione – Arca di Balduino Lambertini
Al termine del deambulatorio si raggiunge la zona presbiteriale, da cui è possibile scendere nella cripta di San Filastrio. L’ambiente, la cui costruzione risale alla prima fase paleocristiana, è suddiviso in tre navate principali separate da colonnine romane con capitelli corinzi di reimpiego, in parte di età romana e in parte riprodotti nello stesso stile in età romanica; alle estremità si trovano due vani più corti che in origine costituivano la continuazione delle scale di accesso, poi spostate nell’attuale posizione al momento dell’edificazione della rotonda romanica. Sulla parete di fondo dell’abside degli affreschi molto sbiaditi databili al XII secolo rappresentano il Cristo in maestà fra due santi vescovi, forse Sant’Apollonio e San Filastrio. Gli affreschi della volta, databili alla prima metà del ’300, raffigurano Sant’Apollonio, San Gaudenzio, San Filastrio e l’Arcangelo Michele.
Cripta di San Filastrio
Risaliti nella zona presbiteriale, sulla volta antistante l’altare maggiore è possibile osservare degli affreschi risalenti alle campagne di decorazione di fine ’200, riscoperti nel 1957. Nelle quattro vele, all’interno di tondi sono raffigurati i simboli degli Evangelisti, accompagnati da complesse decorazioni geometriche; i costoloni terminano in una chiave di volta con l’Agnello di Dio; sulla lunetta occidentale è raffigurata la Vergine incensata da due angeli, su quella orientale un Cristo benedicente, su quella settentrionale un Arcangelo e su quella meridionale l’Albero della Vita. Nel pavimento è possibile vedere, attraverso un vetro, un frammento di mosaico databile al VI secolo raffigurante il simbolo apostolico dei dodici agnelli e offerto, secondo la scritta, da un diacono di nome Siro.
Affreschi sulla volta del transetto
L’abside della cappella maggiore, frutto dei rimaneggiamenti cinquecenteschi, ospita il duecentesco altare maggiore in marmo rosso di Verona; sulla parete di fondo è la pala con l’Assunzione della Vergine del Moretto (1524-26). Sulla parete di sinistra si trova la Cena in casa di Simone Fariseo di Palma il Giovane, mentre sulla parete di destra è stato ricollocato nel 2023 l’organo cinquecentesco di Giangiacomo Antegnati; dopo un lungo restauro, è stato ricomposto completo delle ante dipinte da Girolamo Romanino, raffiguranti lo Sposalizio della Vergine a organo chiuso, la Visitazione e la Natività della Vergine a organo aperto. In occasione del restauro sono stati scoperti affreschi del Romanino in precedenza nascosti dalla struttura dell’organo che raffigurano musici e astanti.
Rotonda, vista dell’interno verso l’altare maggiore
A destra del presbiterio si trova la cappella del Santissimo Sacramento, ricca di dipinti provenienti da un’omonima cappella della cattedrale di San Pietro de Dom, e qui trasferiti al momento della costruzione del Duomo Nuovo. Sulle pareti laterali dell’ingresso si trovano altre due opere del Romanino raffiguranti La raccolta della manna a sinistra e La raccolta dell’acqua scaturita dalla roccia a destra. Sull’altare della cappella è posto un affresco quattrocentesco di Paolo Caylina il Vecchio raffigurante un Cristo flagellato, staccato nel 1603 dal passaggio che anticamente collegava le due cattedrali. I dipinti alle pareti sono opera del Moretto, e raffigurano l’Evangelista Marco e l’Evangelista Luca ai lati dell’affresco, Elia confortato dall’angelo sulla parete sinistra, il Convitto dell’agnello pasquale sulla parete di destra. Ai lati della cancellata sono posti l’Evangelista Matteo e l’Evangelista Giovanni di Francesco Barbieri da Legnago detto lo Sfrisato. Sulla parete di fronte all’ingresso della cappella è collocata una grande tela seicentesca di Francesco Maffei con la Traslazione dei corpi di San Dominatore, San Paolo e Sant’Anastasio vescovi di Brescia. La cupola è decorata da un affresco raffigurante l’Assunzione della Vergine fra angeli musicanti.
Rotonda, Cappella del Santissimo Sacramento
A sinistra del presbiterio con l’ampliamento quattrocentesco è stata costruita la cappella delle Sante Croci, per ospitare il tesoro della cattedrale costituito dalla reliquia della Santa Croce e dalla cosiddetta Croce del Campo o dell’Orifiamma. Le ipotesi sulla provenienza della reliquia della Santa Croce sono varie; secondo una prima tradizione, entrambe le croci sono state donate da Carlo Magno al duca di Baviera Namo, governatore di Brescia; questi, convertitosi al cristianesimo dopo aver assistito alla traslazione dei corpi dei santi Faustino e Giovita e averli visti sanguinare, avrebbe donato le croci all’abate di San Faustino, da dove sarebbero poi passate alla cattedrale alla fine dell’XI secolo; questa versione è raffigurata sulla tela esposta sulla parete destra della cappella, la Donazione di Namo di Baviera di Antonio Gandino del 1605. Secondo una diversa tradizione invece le croci provengono da Costantinopoli, dove sarebbero state acquisite con la conquista della città nel 1204 e forse donate alla città di Brescia dal vescovo Alberto da Reggio che prese parte alla quinta crociata; questa ipotesi è forse più plausibile, considerando lo stile bizantineggiante sia della reliquia della Vera Croce che della relativa stauroteca. Una tradizione diversa vorrebbe invece che già dalla metà del XII secolo in occasione di importanti battaglie la Croce del Campo venisse issata sul Carroccio, che era infatti conservato nella cattedrale di San Pietro de Dom (l’attuale Duomo Nuovo). Le preziose reliquie sono conservate in una cassaforte e normalmente non sono visibili, tranne in occasione di brevi esposizioni. La decorazione della cappella è completata da una tela di Grazio Cossali del 1606, collocata sulla parete sinistra, che raffigura l’Apparizione della Croce a Costantino.
Cappella delle Sante Croci, a sinistra: Grazio Cossali, Apparizione della Croce a Costantino. A destra: Antonio Gandino, Donazione di Namo di Baviera
Uscendo dalla cappella delle Sante Croci, sulla parete di fronte si trova un monumento funebre di fine ’500 dedicato al cardinale di Brescia Gianfrancesco Morosini; a destra è esposta un’altra tela del Moretto raffigurante l’Incontro di Abramo e Melchisedech. La cupola è decorata con architetture neoclassiche. Ritornando verso l’ingresso e salendo le scale sulla destra per percorrere il deambulatorio, in una nicchia sulla parete è collocato il monumento funebre al vescovo di Brescia Domenico de Dominici, opera in stile rinascimentale di un ignoto scultore veneto datata 1478. La cappella che segue è dedicata alla Madonna, ed è decorata da una tela di Pietro Marone raffigurante la Madonna col Bambino.
Rotonda, vista dell’interno dall’altare maggiore verso l’ingresso
Come arrivare
La Rotonda di Brescia si trova nella centrale piazza Paolo VI, in area pedonale. Per gli orari di apertura e delle funzioni religiose rimandiamo al sito ufficiale della cattedrale.
Con i mezzi pubblici: numerosi autobus e tram fermano nelle vicinanze di piazza Paolo VI; consigliamo di consultare il sito Brescia Mobilità (sezione Calcola percorso) per individuare il percorso migliore a seconda della provenienza. Il Duomo Vecchio si trova a poco più di 1 km dalla stazione, servita da treni regionali e alta velocità.
In auto: tutti i parcheggi del centro sono a pagamento; per una sosta di lunga durata, consigliamo il parcheggio Apcoa “Arnaldo Park” a ca. 900 metri. Una mappa completa dei parcheggi e delle tariffe in vigore è disponibile sul sito di Brescia Mobilità (sezione Parking).
Dove mangiare
Per un pranzo o una cena gustosi ma informali, consigliamo l’Osteria Prosciutteria Ciccus con un’ottima scelta di salumi, a pochi passi da piazza Paolo VI.