Chivasso (Torino) – Visita al Centro Storico
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| Sportello Turistico | Comune di Chivasso | Trenitalia |Visita al centro storico di Chivasso, in provincia di Torino, e alla Collegiata di Santa Maria Assunta, con la sua facciata quattrocentesca con decorazioni in cotto e la pala della Deposizione di Defendente Ferrari.
Chivasso, Collegiata di Santa Maria Assunta, dettaglio delle decorazioni sulla facciata
Storia della cittĂ
La prima attestazione sicura dell’esistenza di Chivasso è un documento del 999 con cui l’imperatore dona dei beni al vescovo di Vercelli fra i quali è menzionato il porto Clevasii. Alla presenza di un attraversamento fluviale è da collegare la citazione di un castrum e di una curtis, soggetti all’amministrazione di un priorato dipendente dall’abbazia di San Michele della Chiusa in Val di Susa.
Con un diploma del 1164 l’imperatore Federico Barbarossa dona a Guglielmo, marchese di Monferrato, vari possedimenti fra cui anche Chivasso; da allora la città viene governata dalla dinastia degli Aleramici, fino all’estinzione della casata nel 1305, quando il marchesato viene ereditato da Teodoro I del ramo dei Paleologi del Monferrato, discendenti degli imperatori di Bisanzio.
Stemma della cittĂ di Chivasso sull’organo della Collegiata di Santa Maria Assunta
Le prime notizie della frequentazione della città da parte dei marchesi risalgono alla metà del XII secolo, periodo a cui probabilmente risale il primo nucleo del castello (oggi non più esistente), menzionato nel 1182. Nel corso del XIII e XIV secolo l’insediamento assume sempre maggiore rilevanza per la sua posizione al confine del marchesato, alla confluenza di importanti vie di comunicazione fra le aree del torinese, del vercellese, del Monferrato e del canavese e per la presenza di un porto sul fiume Po, allora interamente navigabile.
Viale storico Canale Cavour
Posto a ridosso delle mura meridionali nei pressi della porta che conduceva al porto, il castello era cinto da mura; è menzionato per la prima volta nel 1320, ma è probabilmente l’evoluzione dell’edificio già documentato nella seconda metà del XII secolo. Rivolto verso l’abitato, si sviluppava su tre piani, con una serie di ambienti di servizio al piano terra, ambienti pubblici e cerimoniali al piano nobile, e gli appartamenti marchionali al secondo piano. Del castello resta oggi soltanto la torre ottagonale in via Po.
Via Po e Torre ottagonale
L’ultimo marchese Paleologo è Gian Giacomo, che nel 1435, in seguito alla sconfitta subita dai marchesi del Monferrato nella guerra che li vede opposti ai duchi di Savoia e ai Visconti di Milano, è costretto a cedere ai Savoia i territori alla sinistra del Po. Da questo momento, Chivasso entra a far parte del ducato sabaudo, di cui segue le sorti fino alla creazione dello stato italiano.
Pianta della cittĂ di Chivasso nel Theatrum Sabaudiae
Per la sua posizione strategica, Chivasso subisce numerosi assedi nel corso della sua storia; il più importante è quello del 1705 durante la guerra di successione spagnola. La città di Chivasso resiste all’avanzata francese fino all’estate inoltrata, costringendo l’esercito nemico, ormai alle soglie dell’inverno e sfiancato da perdite e malattie, a rimandare l’assedio a Torino all’anno successivo, lasciando così ai Savoia il tempo necessario a riorganizzare la difesa che si concluderà con la vittoria torinese. Durante l’assedio le cannonate francesi causano ingenti danni agli edifici cittadini; il monumento più gravemente colpito è il campanile della Collegiata, che perde la sua copertura a guglia e viene abbassato di circa 10 metri.
Campanile della Collegiata di Santa Maria Assunta
Dopo la Restaurazione, una serie di importanti lavori pubblici porta all’abbattimento della cinta muraria che circondava l’abitato. Nel dicembre del 1943 in città si tiene un convegno clandestino della resistenza valdostana, durante il quale viene redatta la cosiddetta “carta di Chivasso”, che auspica la trasformazione dell’Italia in un sistema politico federale e repubblicano su base regionale e cantonale.
Palazzo Santa Chiara, sede del Municipio
Collegiata di Santa Maria Assunta
Piazza della Repubblica 4
Orario di apertura: solitamente aperta durante il giorno
La prima chiesa parrocchiale di Chivasso, intitolata a San Pietro e oggi non più esistente, si trovava nella zona occidentale del borgo; si ha notizia dell’esistenza del Capitolo ecclesiastico dal 1228, quando era composto da un prevosto e quattro canonici. A seguito della costruzione del castello dei Marchesi del Monferrato, l’insediamento abitativo si sviluppa maggiormente nelle immediate vicinanze della residenza marchionale, rendendo così periferica la Collegiata di San Pietro.
L’aumento demografico e il desiderio dei Marchesi di avere nelle immediate vicinanze del castello una chiesa di dimensioni e aspetto degni del loro rango, portano Teodoro II Paleologo a sovvenzionare nel 1415 l’ampliamento di una chiesa dedicata a Santa Maria già presente nella piazza antistante il castello. I lavori di demolizione dell’edificio antico e della case circostanti hanno inizio nel 1425; la nuova chiesa viene consacrata nel 1429, anche se la costruzione si protrae ancora per diverso tempo, come mostra il cambio stilistico fra la arcate a tutto sesto della navata sinistra, più recenti rispetto a quelle a sesto acuto della navata destra. A partire dagli anni ’30 del ’400 iniziano ad essere trasferiti nella nuova chiesa i patronati di diverse cappelle.
Collegiata di Santa Maria Assunta, navata centrale
Fra il 1450 e il 1486 viene eretto il campanile, che occupa tutta la prima campata della navata destra, e viene eseguita la decorazione in cotto della facciata. Anche se i riti parrocchiali continuano ad essere officiati nell’antico San Pietro, dal 1469 le funzioni si svolgono nella nuova chiesa, che non risulta ancora terminata mancando le volte nella navata centrale e sinistra, forse coperte da una soffittatura lignea. A seguito di una grave pestilenza, nel 1480 la sede della Collegiata viene trasferita dalla chiesa di San Pietro alla nuova chiesa di Santa Maria; la Collegiata assume quindi la doppia intitolazione, che conserva tuttora, a Santa Maria e San Pietro.
Nel 1705, durante l’assedio francese alla città , il campanile viene danneggiato, perdendo la parte sommitale; con il restauro del 1711-13 l’altezza viene ridotta, e viene costruita l’attuale cella campanaria con una copertura a spioventi al posto della precedente alta guglia in metallo. Nel 1826 all’architetto Andrea Cattaneo viene affidato l’ammodernamento dell’interno, realizzato nello stile fra il tardobarocco e il neoclassico che in parte vediamo ancora oggi: i pilastri gotici vengono rivestiti con delle stuccature e delle decorazioni a finto marmo; alle colonne sono aggiunti dei capitelli corinzi a reggere un cornicione nella navata centrale; vengono eliminati i costoloni dalle volte a crociera della navata principale; occupando un’area in antico utilizzata come cimitero, il coro viene ampliato e separato dal presbiterio tramite un colonnato corinzio a emiciclo; nel vano del catino absidale viene collocato un grande medaglione raggiato raffigurante la Vergine Assunta.
Collegiata di Santa Maria Assunta, area presbiteriale
A partire dal 1898, sotto la direzione di Cesare Bertea, collaboratore di Alfredo d’Andrade presso l’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria, si provvede al restauro delle terrecotte della facciata, gravemente corrose soprattutto nella zona inferiore, con l’integrazione o il rifacimento di figure e decorazioni ad opera della scuola ceramica di Castellamonte; nel 1923 vengono eseguiti alcuni lavori negli interni per riportare alla luce le fattezze originali della chiesa, con l’abbassamento del piano di calpestio per scoprire le basi dei pilastri; nel 1946 nella navata destra vengono rimosse le stuccature dei pilastri scoprendo le colonne cruciformi e parte dei capitelli cubici della costruzione quattrocentesca, e viene ricreata un’architettura con decorazioni in stile gotico. Gli interni mostrano quindi oggi l’aspetto assunto dopo il restauro del 1826 nella navata centrale e sinistra, e un ripristino della primitiva forma architettonica nella navata destra.
Collegiata di Santa Maria Assunta, navata destra
La visita alla Collegiata inizia dalla facciata, uno degli esempi più rilevanti di decorazione quattrocentesca in terracotta dell’Italia settentrionale, con una composizione di ornamentazioni e figure che raccontano in sintesi la storia della Redenzione. Ai lati della ghimberga inferiore è raffigurata l’Annunciazione, con le statue dell’Angelo annunciante e della Vergine. Sopra il portale la Madonna seduta con il Bambino in braccio rappresenta la nascita del Redentore, mentre sullo sfondo della lunetta sono visibili lacerti di affreschi con angeli musicanti. Fra l’arco del portale e la ghimberga inferiore si trova la figura del Cristo risorto, mentre al di sopra dell’oculo un angelo sorregge il monogramma raggiato con il nome di Gesù, a rappresentare la Gloria del Signore. Fra le frange della ghimberga superiore e nella decorazione dell’oculo sono scolpiti volti che rappresentano i santi e l’intera umanità che assistono alla Gloria di Cristo. Le due lesene laterali che salgono dal piano di calpestio a formare i lati delle ghimberghe sono costituite da sei coppie di figure per parte: i personaggi esterni, caratterizzati da copricapi di varia foggia, sono personaggi dell’Antico Testamento che hanno annunciato la venuta di Cristo; i personaggi interni, a capo scoperto e con aureola, sono gli Apostoli, testimoni della vita di Cristo e portatori del Vangelo. Il colore diverso di alcune figure, soprattutto nella parte bassa della facciata, permette di distinguere le integrazioni ottocentesche dalle parti originali.
Collegiata di Santa Maria Assunta, decorazioni sulla facciata: lunetta e ghimberga inferiore
La parte destra della facciata è occupata dal massiccio campanile; con i suoi 35 metri di altezza, ha oggi l’aspetto assunto con il restauro del 1711-13, caratterizzato dalla cella campanaria in muratura con modanature. La meridiana risale al 1757, con rifacimenti ottocenteschi e novecenteschi.
Collegiata di Santa Maria Assunta, campanile
Entrando ora nella chiesa, visitiamo gli interni seguendo un percorso in senso orario. L’interno è diviso in tre navate di sei campate ciascuna, senza transetto; le navate laterali sono arricchite da altari addossati alle pareti, e terminano in due cappelle che fiancheggiano l’area del presbiterio.
Collegiata di Santa Maria Assunta, presbiterio
La prima campata della navata sinistra ospita il battistero; la nicchia presenta un aspetto di ispirazione gotica risalente ai rifacimenti del XX secolo, con un’apertura a sesto acuto; la vasca battesimale è opera del 1588 di Pietro Torre, ed è sovrastata da un coperchio ligneo laccato e dorato a forma di campana ornato all’apice da un gruppo statuario con il Battista e Gesù, risalenti alla metà dell’800.
Nella seconda campata si trova l’altare dedicato a Santa Caterina, decorato da una pala settecentesca attribuita ad Antonio Barbero con La Santissima Trinità con San Luigi Gonzaga e le Sante Caterina, Rosa e Orsola.
A sinistra: Antonio Barbero, La Santissima TrinitĂ . A destra: battistero
Sulla parete della terza campata, al di sopra di un confessionale, si trova la Pala di Sant’Omobono, che raffigura la Madonna con il Bambino e i santi Alberto vescovo di Vercelli, Omobono protettore dei sarti, rappresentato con le cesoie, una pezza di stoffa sul tavolo da lavoro e un listello per misurare i tessuti, Lucia e Apollonia.
Nella quarta campata è collocato l’altare dedicato a San Crispino, con una tela attribuita ad Antonio Barbero raffigurante la Madonna col Bambino con i Santi Crispino e Crispiniano, del primo decennio del ’700; i due santi, protettori dei sarti e dei calzolai, sono raffigurati ai lati di un cuscino sul quale è appoggiata una scarpa. L’altare marmoreo, in stile quattrocentesco, risale all’inizio del ’900.
A sinistra: Pala di Sant’Omobono. A destra: Antonio Barbero, Madonna col Bambino con i Santi Crispino e Crispiniano
Addossato al pilastro fra la quarta e la quinta campata si trova un pulpito ligneo di metà ’600; sui pannelli sono raffigurati gli Evangelisti, e nel riquadro centrale un Cristo trionfante.
Da una porta che si apre nella quinta campata è possibile accedere all’antica sacrestia, l’unico ambiente della Collegiata ad aver conservato l’originaria struttura quattrocentesca; il vano è diviso in due campate a pianta quadrata con volte a crociera e costoloni terminanti in chiavi di volta scolpite; sul fondo della sacrestia è stata realizzata una riproduzione della grotta di Lourdes. Nel 1790 la sacrestia è stata trasferita da questi ambienti a un nuovo vano alla sinistra del presbiterio.
Collegiata di Santa Maria Assunta, pulpito
La navata sinistra si conclude nella cappella del Santo Rosario; l’altare in stile neogotico è del 1893; la statua lignea settecentesca della Madonna col Bambino è contornata da 15 tondi con i misteri del Rosario, eseguiti fra ’700 e ’800 probabilmente per gli altari che erano collocati qui prima dell’attuale.
L’abside che ospita l’altare maggiore, che vediamo oggi nell’aspetto assunto con i lavori di ammodernamento del 1826, è decorata da un emiciclo di colonne rivestite in scagliola ad imitazione del marmo, con capitelli corinzi in stucco; nel 1829 viene realizzato il medaglione con la figura della Vergine Assunta portata in gloria da angeli e cherubini; nel catino absidale sono affrescati angeli musicanti scesi ad accogliere la Madonna in cielo.
Collegiata di Santa Maria Assunta, altare maggiore
Alla destra dell’altare maggiore, la navata destra si conclude con la cappella di San Sebastiano; l’attuale altare viene eseguito nel 1891 in forme neogotiche; sull’altare, un trittico del 1907 di Giuseppe Guglielminetti raffigura Il Sacro Cuore, il Beato Angelo Carletti e San Sebastiano; la decorazione pittorica in stile neogotico della volta, con figure di angeli, è coeva all’esecuzione della pala d’altare.
Tornando verso l’ingresso della chiesa, sulla parete della quinta campata si trova una tela realizzata nel 1758 da Giovan Battista Grassi che raffigura il Beato Angelo Carletti portato in cielo da una schiera di angeli, all’indomani della sua beatificazione; in basso a destra si scorge una veduta della piazza con la Collegiata. Il Beato Angelo Carletti, nato a Chivasso nel 1411 da un’antica e nobile famiglia, alla morte dei genitori abbandona la professione forense per entrare nell’ordine francescano; lasciati tutti i suoi averi, si dedica alla cura dei poveri; predica a favore della crociata contro i turchi che occupavano Otranto (nella tela infatti calpesta una mezzaluna con una testa di turco), e rifiuta più volte la nomina a vescovo (nella tela si vedono le tiare e il bastone vescovile abbandonati in un angolo); autore della Summa Angelica, un fortunato manuale di teologia morale, muore nel 1495 e viene beatificato nel 1753.
A sinistra: Giovan Battista Grassi, Beato Angelo Carletti. A destra: cappella di San Sebastiano
Nella quarta campata si trova l’opera d’arte più preziosa della chiesa: su un altare marmoreo in stile neorinascimentale realizzato nel 1928, è collocata la Deposizione o Compianto sul Cristo morto del pittore chivassese Defendente Ferrari, databile al 1525 ca. Si tratta dell’unica opera di Defendente rimasta nella sua città natale. Inizialmente dipinta su tavola, è stata trasportata su tela dopo aver subito un furto nel 1975, e poi ricollocata in Collegiata nel 1984. La cornice lignea con intagli dorati su fondo azzurro è coeva alla pala. Appoggiata al terreno fra erbe, garofani e fiori selvatici, accanto a un teschio, è la figura giacente del Cristo morto, sorretto per le spalle da Giovanni, mentre la Madonna è chinata verso il Figlio; dietro, una delle Marie regge la corona di spine, mentre altre due Marie si trovano ai piedi di Cristo, con una Maddalena dalla capigliatura fluente che si piega a baciare la mano di Gesù.
Il gruppo della Deposizione è inquadrato da due quinte: uno spuntone di terreno dove si intravede l’apertura del sepolcro a sinistra, e un terreno scosceso a destra, formano una vallata al cui centro si eleva una piccola altura su cui svettano le tre croci, le due laterali ancora occupate dai ladroni; dal pendio scende un uomo che porta una lunga scala, mentre altri due personaggi col turbante parlano nel fondovalle. L’orizzonte è definito da una catena di colli, oltre i quali spuntano le vette innevate dei monti, una veduta tipica di questa parte del Piemonte; alle pendici delle colline si innalzano imponenti edifici a rappresentare la città di Gerusalemme.
Collegiata di Santa Maria Assunta – Defendente Ferrari, Deposizione o Compianto su Cristo morto
La terza campata non ha decorazioni. Nella seconda campata si trova un altare ottocentesco dedicato a Santa Elisabetta, decorato da una tela con le sante Elisabetta regina d’Ungheria (identificabile per la corona posta su uno sgabello e il mantello con orlo d’ermellino), Agata e Margherita da Cortona (contraddistinta dal cagnolino); le tre sante rivolgono lo sguardo in alto verso la scena della Visitazione, nella quale Elisabetta e Maria si stringono la mano alla presenza dei due consorti. La tela è forse attribuibile ad Antonio Barbero, per la somiglianza delle tende che inquadrano la scena superiore con quelle della pala di San Crispino e Crispiniano nella navata sinistra.
Antonio Barbero, Visitazione e Sante
La prima campata è interamente occupata dal campanile. In una nicchia ricavata nella muratura è collocato un gruppo statuario in terracotta raffigurante un Compianto. In precario stato di conservazione e ricoperte da diversi strati di ridipinture che si sono succedute nel corso dei secoli e che ne rendono difficile la lettura, le otto statue raffigurano il momento della cerimonia funebre in cui Gesù viene disteso su un telo per essere portato al sepolcro. Sul lato sinistro è Nicodemo, su quello destro Giuseppe di Arimatea, entrambi in atto di reggere i lembi del sudario. In secondo piano si trovano la Maddalena, Maria di Cleofa, la Madonna in atto di svenire sorretta da San Giovanni, Maria Salomè. La disposizione dei personaggi trova riscontro in gruppi analoghi presenti in Francia; l’autore potrebbe quindi essere un maestro d’oltralpe, e la realizzazione risalire al 1450-75 ca. Un gruppo simile si trova nella chiesa di Santa Maria della Scala a Moncalieri.
Compianto
In controfacciata è collocato l’organo, in una sistemazione risalente al 1842-43 che copre l’oculo quattrocentesco; in precedenza l’organo si trovava nella navata sinistra in prossimità della cappella del Rosario, ed è stato spostato nell’attuale collocazione sopra l’ingresso nel 1748-51.
Organo di Felice Bossi
Altri monumenti
Torre ottagonale
Via Po
Orario di apertura: visibile solo dall’esterno
Non si conosce con esattezza la data di erezione della torre, databile probabilmente, per la tipologia architettonica, all’XI secolo. Quando i marchesi del Monferrato ricevono in feudo la città di Chivasso stabilendovi una delle capitali del marchesato, la torre viene inglobata nel castello eretto nel XII secolo. Il castello viene quasi completamente distrutto nel 1639, nel corso delle guerre che vedono contrapposti i fratelli del defunto duca Vittorio Amedeo I e la Madama Reale Cristina di Francia; solo la torre si salva grazie alle poderose fondamenta che la sostengono. Le strutture residue del castello vengono demolite nel XIX secolo per aprire l’attuale via Po.
La torre, alta una ventina di metri, presenta all’esterno un rivestimento in blocchi di pietra calcarea e ciottoli, ed è coperta da un tetto posto in occasione di un recente restauro. L’ingresso alla torre avveniva tramite due porte ancora visibili a circa otto metri di altezza dal terreno, utilizzando scale in legno che potevano essere rimosse durante gli assedi. L’interno, in mattoni e culminante in una volta a padiglione a otto spicchi, doveva essere diviso in almeno tre piani pavimentati in legno, come suggeriscono i livelli delle mensole ancora visibili.
Torre ottagonale
Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Marta
Via Torino 34
Orario di apertura: solitamente aperta durante il giorno
A pochi passi dalla Collegiata si trova una piccola chiesa barocca intitolata a San Giovanni Battista e Santa Marta. All’inizio del XV secolo è attiva a Chivasso una società di laici intitolata a questi due santi, operativa presso una chiesa e un ospedale andati distrutti durante l’assedio francese del 1705; la congregazione fa quindi costruire lungo l’asse viario principale della città una nuova chiesa, consacrata nel 1751.
Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Marta, facciata
Non conosciamo il nome dell’architetto. In facciata, due statue ottocentesche raffigurano i santi titolari, mentre nella parte sommitale del portale ligneo si trova la testa del Battista. L’interno, ad aula unica e pianta centrale ottagonale, è illuminato dall’alta cupola ad oculi, e dalle finestre a serliana aperte sulle pareti est e ovest. Alle spalle dell’altare maggiore, sovrastato da un crocifisso settecentesco, si trova il coro, a cui si accede da due porte laterali.
Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Marta, interno e cupola
Il dipinto collocato sulla parete di fondo è un’opera di Antonio Barbero del 1699 raffigurante I santi protettori della città di Chivasso (Rocco, Anna, Giuseppe, Giorgio, Grato, Barnaba, Defendente, Antonio da Padova, e il Beato Angelo Carletti) che assistono all’incoronazione della Vergine; la pala, originariamente dipinta per un altare della Collegiata, viene trasferita in questa chiesa nel 1873 in seguito ai lavori di rinnovamento della parrocchiale.
Antonio Barbero, I Santi protettori di Chivasso
Sull’altare laterale destro una tela ottocentesca raffigura la Madonna Addolorata con San Giovanni Nepomuceno, la beata Margherita di Savoia-Acaia, vissuta a Chivasso quando era moglie del marchese del Monferrato Teodoro II, e il beato Angelo Carletti. Sull’altare di sinistra è collocata una statua della Madonna del Carmine con il Bambino, in un prezioso abito in stoffa. La cupola è decorata da un finto cielo con putti, angeli e cherubini fra nubi dorate; nei pennacchi sono raffigurati due evangelisti.
Madonna Addolorata con San Giovanni Nepomuceno, la beata Margherita di Savoia-Acaia e il Beato Angelo Carletti
Parco Bricel
A meno di 1 km dal centro storico, sulle sponde del Po si estende il Parco Fluviale del Bricel, che prende il nome dalla tipica imbarcazione con chiglia piatta utilizzata un tempo per la pesca e il trasporto di persone e merci.
Parco Fluviale del Bricel
Accedendo al parco dal Viale Storico del Canale Cavour (aperto dalle 8:30 alle 19, accesso nei pressi del Parcheggio Cavour), si raggiunge l’edificio di imbocco del Canale Cavour, realizzato fra il 1863 e il 1866 per la gestione di un’estesa rete di canali che nella seconda metà dell’Ottocento ha consentito lo sviluppo agricolo ed economico di una vasta area compresa fra i fiumi Po, Dora Baltea e Ticino. Il canale prende il nome dal conte Camillo Benso di Cavour, che fu tra i principali promotori di questa imponente rete idrica ideata con lo scopo di irrigare le pianure del vercellese, del novarese e del pavese per favorire soprattutto la coltura del riso. L’edificio, tuttora funzionante, è visitabile solo con visite guidate in particolari occasioni (ad esempio le giornate Fai).
Edificio di imbocco del Canale Cavour
Nel parco è stata realizzata la panchina gigante n. 270 del progetto Big Bench, la famosa serie di installazioni artistiche nata nelle Langhe e oggi presente in numerosi punti panoramici in tutta Italia e in alcuni paesi europei.
Panchina gigante n. 270
Come arrivare
In auto: parte del centro storico di Chivasso è area pedonale; i parcheggi sono in maggioranza a pagamento, ma nelle immediate adiacenze della zona blu sono disponibili dei parcheggi gratuiti; per la mappa dell’area pedonale e l’elenco dei parcheggi rimandiamo alla pagina del Comune.
In treno: la stazione ferroviaria di Chivasso è servita da treni regionali che la collegano a Torino, Novara, Alessandria, Ivrea, Pinerolo e Milano.
In autobus: Chivasso è raggiungibile con numerose linee extraurbane con capolinea nei pressi dello sportello turistico, operate da GTT, Bus Company e Autolinee Giachino.
Informazioni turistiche
Lo sportello turistico si trova in piazzale XII Maggio 1944 8 presso la Biblioteca Civica, nelle vicinanze della stazione ferroviaria; per orari di apertura e contatti, rimandiamo alla pagina Facebook. Presso tutti i monumenti del centro storico si trovano dei cartelli turistici con una mappa dei punti di interesse e una breve descrizione di ogni monumento.
Dove mangiare
Per una sosta a pochi passi dalla Collegiata consigliamo il bar tavola calda 4 Chiacchiere, aperto tutti i giorni dalla prima mattina a tarda sera.