Mostra “Gregory Crewdson. Eveningside”
Torino – Gallerie d’Italia
Dal 12 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023 è visitabile presso le Gallerie d’Italia di Torino la mostra “Gregory Crewdson. Eveningside”. L’ingresso è gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.
L’artista
Gregory Crewdson (New York 1962), nato e cresciuto nel quartiere di Brooklyn, ha studiato fotografia al Purchase College di New York, per poi conseguire un master presso la Yale School of Art (New Haven, Connecticut), dove attualmente è professore e rettore della facoltà di Fotografia. Al suo attivo ha numerose mostre internazionali e diverse pubblicazioni. Le sue opere sono esposte nei musei di tutto il mondo.
La mostra
Con l’occasione della prima mondiale di ‘Eveningside’, ultimo episodio di una trilogia iniziata con ‘Cathedral of the pines’ e ‘An eclipse of moths’, sono riunite per la prima volta in un’unica esposizione le immagini delle tre serie, frutto di un lavoro durato un decennio, insieme a fotografie tratte da una serie precedente, ‘Fireflies’.
La mostra si divide quindi in 4 sezioni:
Fireflies (1996)
Untitled 14_35, 1996 © Gregory Crewdson
Nell’estate del 1996, Crewdson trascorse le serate a fotografare le lucciole nei dintorni del capanno di famiglia nelle alture del Berkshire (Massachusetts), dove si era ritirato in solitudine dopo il fallimento del suo primo matrimonio, in un momento di grande difficoltà personale. Ogni sera, con una ritualità quasi ossessiva, montava delle reti e posizionava dei barattoli per attirare le lucciole e poterle fotografare.
Inizialmente insoddisfatto dei risultati del suo lavoro, mise da parte i negativi per una decina d’anni. Solo nel 2006, dopo averli ripresi dalla scatola in cui erano rimasti chiusi da allora, rivalutò la bellezza dell’imperfezione e dell’evanescenza di quelle immagini, mostrandole in esposizioni temporanee e pubblicandole in un libro. La serie è composta da immagini in bianco e nero di piccolo formato, che si discostano visibilmente dalle stampe in grande scala tipiche di Crewdson.
Cathedral of the pines (2013-2014)
Woman at Sink, 2014 © Gregory Crewdson
Nella prima serie della trilogia, Crewdson esplora i rapporti umani con l’ambiente naturale. In una serie di immagini a colori di grande formato, le figure posano nella piccola città rurale di Becket (Massachusetts) e nelle foreste che la circondano; scene in interni ed esterni dalla narrazione ambigua parlano di solitudine e isolamento; i personaggi sono colti in azioni enigmatiche in ambientazioni a prima vista familiari; silenziosi e misteriosi drammi sembrano celarsi dietro immagini all’apparenza immobili.
An eclipse of moths (2018-2019)
Starkfield Lane, 2018-2019 © Gregory Crewdson
Il secondo episodio della trilogia mostra, in scatti a colori di grande formato, scene di esterni ambientate in immaginari panorami urbani post-industriali: un deposito di taxi deserto, complessi industriali abbandonati, tavole calde e ristoranti chiusi da tempo e con le insegne cadenti, negozi abbandonati. Il titolo della serie si riferisce alla prassi delle falene di orientarsi utilizzando come riferimento una fonte di luce; in natura, questa fonte è la luna, ma la moltiplicazione delle luci artificiali tipica dell’era moderna (lampioni, semafori, insegne stradali) compromette la capacità di orientamento degli insetti. Come le falene, anche gli esseri umani sono confusi dall’eccesso di stimoli e attrattive spesso illusorie della frenetica vita moderna, e possono perdere la capacità di ritrovare la propria strada.
Eveningside (2021-2022)
Morningside Home for Women, 2021-2022 © Gregory Crewdson
Per il terzo e ultimo episodio della serie, Crewdson sceglie immagini di grande formato in bianco e nero che mostrano figure umane isolate nei confini della loro vita quotidiana, in ambientazioni enigmatiche, conturbanti e disorientanti. Il titolo, neologismo traducibile come “dal lato della sera”, allude al crepuscolo della vita e alla sensazione di solitudine della banalità quotidiana; le immagini sono caratterizzate da forti contrasti chiaroscurali e intense combinazioni di luci e ombre.
Due video lungo il percorso di visita mostrano il processo creativo della “staged photography” (fotografia allestita) messo in atto da Crewdson: tutti gli scatti sono delle vere e proprie messe in scena realizzate con tecniche cinematografiche: ogni particolare è accuratamente selezionato, preparato, posizionato, allestito; l’illuminazione, talvolta palesemente innaturale, proviene da grandi fari scenici posti al di fuori dell’inquadratura; ogni scenario è costruito artificialmente con il solo scopo di tradurre in fotografia l’idea nata nella mente dell’artista. Ecco spiegato quell’effetto di straniamento che danno le immagini: se avete l’impressione che qualcosa non possa essere reale, è perché niente è reale.
Qui trovate il nostro articolo sulla collezione permanente delle Gallerie d’Italia di Torino.
Come arrivare
Le Gallerie d’Italia si trovano in piazza San Carlo 156, nel cuore del centro storico di Torino.
Con i mezzi pubblici: metropolitana, tram e autobus con fermata alla stazione ferroviaria di Porta Nuova; da lì, una breve passeggiata sotto i portici di piazza Carlo Felice e via Roma consente di raggiungere piazza San Carlo in pochi minuti (ca. 700 metri)
In auto: parcheggio sotterraneo “Roma – San Carlo – Castello” con accesso da piazza Carlo Felice e via Piero Gobetti; attenzione: piazza San Carlo si trova in zona ZTL
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