Mostra “Milano. Da romantica a scapigliata”
Novara – Castello Visconteo Sforzesco
Dal 22 ottobre 2022 al 10 aprile 2023 è allestita negli spazi del Castello di Novara la mostra “Milano. Da romantica a scapigliata”, che illustra gli avvenimenti storici e le correnti artistiche che hanno caratterizzato la città meneghina nel corso dell’Ottocento. L’ingresso è incluso nell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.
Castello Visconteo Sforzesco Novara, particolare di una finestra
La mostra
Milano, motore delle principali correnti artistiche italiane degli ultimi due secoli, è al centro della rassegna in corso al Castello di Novara, dedicata ai movimenti artistici, storici e culturali che hanno caratterizzato la città fra gli anni dieci e ottanta dell’Ottocento.
Allestimento della Mostra
Una settantina di opere di pittura e scultura, in gran parte provenienti da collezioni private, racconta la Milano storica, dalla caduta dell’impero napoleonico, alla costituzione del Regno Lombardo-Veneto sotto il dominio austriaco, alle rivolte popolari della prima guerra d’indipendenza con i combattimenti delle Cinque Giornate; la Milano architettonica, con le demolizioni in piazza Duomo, la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele, e gli abbattimenti per la creazione della piazza della Scala; la Milano mondana e culturale, frequentata da viaggiatori stranieri e borghesi facoltosi, ma anche la città di una popolazione che viveva per la gran parte in una povertà estrema; la Milano dei navigli, ancora navigabili nell’800 e ormai quasi completamente interrati; la Milano delle correnti artistiche più avanzate, dalle creazioni romantiche e cariche di messaggi risorgimentali di Francesco Hayez alle tendenze pienamente moderne e caratterizzate dalla sperimentazione sul colore dei veristi e degli scapigliati.
Angelo Inganni – Nevicata ai Navigli
Il percorso di visita si apre emblematicamente con l’Imelda de Lambertazzi di Hayez, che racconta lo sfortunato amore tra Imelda della famiglia ghibellina dei Lambertazzi e Bonifazio dell’avversa fazione guelfa dei Geremei, nella Bologna del 1273; come molte altre opere di tema romantico dipinte da Hayez, anche questa rimanda ai temi risorgimentali di una nazione italiana tutta tesa al superamento delle divisioni politiche imposte dalle dominazioni straniere.
Francesco Hayez – Imelda de’ Lambertazzi
La prima sezione della mostra è dedicata alle vedute urbane della città, che ci consentono di confrontare la Milano ottocentesca con quella odierna, e di rivedere architetture e prospettive ormai perdute a seguito delle trasformazioni urbanistiche iniziate proprio nei primi anni dell’Ottocento.
Angelo Inganni – Piazza Duomo, Milano
La seconda sezione mette in scena i protagonisti della storia milanese di quegli anni, nobili e letterati (con uno dei rari ritratti di Alessandro Manzoni, opera di Giuseppe Molteni), ma anche la gente del popolo che animava le strade della città, colta nella sua umiltà dai pennelli del Piccio, di Molteni e dei fratelli Induno.
La terza sezione racconta per immagini la storia delle famose Cinque Giornate di Milano, l’insurrezione popolare avvenuta fra il 18 e il 22 marzo 1848 che portò alla temporanea liberazione della città dal dominio austriaco, sull’onda dei moti risorgimentali che condussero alla prima guerra d’indipendenza.
Carlo Bossoli – Commemorazione dei caduti delle Cinque Giornate di Milano
Nella quarta sezione è raccolta una selezione di opere dei milanesi fratelli Induno, scene di genere con episodi domestici ambientati in poveri interni, storie che rimandano alle guerre d’indipendenza con gli immancabili ritratti di Garibaldi, personaggi umili colti nelle loro difficoltà quotidiane, fra indigenza e orgogliosa dignità.
Domenico Induno – Monte di pietà
Con la quinta sezione si abbandonano le tematiche storiche e sociali e si entra in un ambito più propriamente artistico: sono esposte opere di autori che lavorano verso un rinnovamento del linguaggio pittorico, fra una ripresa di stilemi rinascimentali e classici, e una più decisa spinta verso nuove ricerche sul colore e sulla luce, sugli effetti ottici e le impressioni sensoriali, in lavori pervasi da una nuova ed inedita sensibilità emotiva.
Federico Faruffini – Toletta antica
La sesta sezione raccoglie scene di genere, fra cui tre soggetti del monzese Mosè Bianchi, dipinte con uno stile sciolto, corsivo, quasi sfatto, in aperto contrasto con la tradizione del disegno accademico; queste opere vennero accolte con grande scetticismo e molte critiche proprio per il loro carattere non finito, non levigato, fatto di macchie di colore giustapposte, contorni indefiniti, prospettive non geometriche, luminosità e rese pittoriche che si riallacciano alle esperienze macchiaiole e impressioniste.
Mosè Bianchi – Uscita di chiesa
La settima e l’ottava sezione ci accompagnano verso la nuova maniera pittorica di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, quella Scapigliatura nata dalla reazione al conformismo borghese, alla retorica risorgimentale, alla disciplina del manierismo accademico; il linguaggio artistico che ne risulta è un incontro di chiaroscuri e colorismo, sfumati ed effetti atmosferici, resa suggestiva della luce e smaterializzazione delle immagini. Completano il panorama scapigliato alcune opere dello scultore Giuseppe Grandi.
Tranquillo Cremona – Melodia
Come arrivare
Il Castello di Novara si trova al limitare del centro storico.
In auto: tutti i parcheggi del centro storico di Novara sono a pagamento, con tariffe variabili a seconda della distanza. La mappa dei parcheggi e le tariffe sono consultabili sul sito del Musa. Per la nostra visita, abbiamo usufruito del parcheggio in Viale Giuseppe Verdi, con comodo pagamento al termine della sosta al costo massimo giornaliero di € 2,40 (tariffe aggiornate a gennaio 2023).
Con i mezzi pubblici: la stazione ferroviaria di Novara, a poco più di 1 km dal Castello, è servita da numerosi treni regionali e Intercity.
Dove mangiare
Per una colazione, una merenda o uno spuntino veloce, consigliamo, a pochi passi dal Castello, la sede di via Fratelli Rosselli de Il Fornaio Caffè e Bakery con tavolini all’interno e all’esterno.
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