Guercino, mostra Torino sale Chiablese
Mostre

Mostra “Guercino. Il mestiere del pittore”

Torino – Sale Chiablese

Fino al 15 settembre 2024 è allestita ai Musei Reali di Torino, nelle sale espositive di Palazzo Chiablese, la mostra “Guercino. Il mestiere del pittore”, con una selezione di oltre 100 opere di Giovanni Francesco Barbieri e di altri artisti coevi che raccontano l’attività e la vita delle botteghe dei pittori del Seicento emiliano. L’ingresso è incluso con Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.

Guercino, San Sebastiano curato da Irene

Guercino, San Sebastiano curato da Irene, Bologna, Pinacoteca Nazionale. Su concessione del Ministero della Cultura – Musei Nazionali di Bologna

La biografia dell’artista

Giovanni Francesco Barbieri, meglio noto come Guercino, nasce nel 1591 a Cento, allora una piccola località in provincia di Ferrara; deve il suo soprannome a uno strabismo causato, secondo la tradizione, da uno spavento improvviso che ancora bambino immobilizza per sempre il suo occhio destro. Mostra un precoce talento per il disegno, e viene perciò affidato come apprendista ad una serie di pittori emiliani minori, fra i quali Benedetto Gennari il Vecchio, padre dei Gennari di cui diventerà cognato e che collaboreranno per tutta la vita alla sua bottega. Più che dai modesti maestri presso i quali studia, Guercino apprende la pittura in gran parte da autodidatta, osservando opere di artisti come Ludovico Carracci, di cui era presente un’opera a Cento, e di pittori ferraresi come lo Scarsellino e Carlo Bononi.

Guercino, Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria alla presenza di san Carlo Borromeo

Guercino, Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria alla presenza di san Carlo Borromeo, Collezione d’arte Credem, in deposito alla Civica Pinacoteca il Guercino di Cento © Collezione d’arte Credem / ph. Carlo Vannini

Un’importante esperienza formativa per il giovane Guercino è il soggiorno del 1618 a Venezia, dove ha la possibilità di studiare le opere dei maestri del XVI secolo da cui apprende il colorismo veneto, e in particolare di Tiziano, di cui sono riconoscibili le impostazioni prospettiche in diverse tele e pale d’altare successive.

Guercino, Venere, Marte e Amore

Guercino, Venere, Marte e Amore, Modena, Galleria Estense. Su concessione del Ministero della Cultura – Galleria Estense / ph. Carlo Vannini

Un’altra rilevante influenza viene esercitata su Guercino dallo studio delle opere di Caravaggio in occasione della permanenza a Roma del 1621-23; il trattamento dei contrasti fra luci e ombre, che in Caravaggio è finalizzato alla resa plastica dei volumi, in Guercino si risolve invece in una resa atmosferica volta a mettere in forte risalto alcune parti per lasciarne altre in una morbida ombra.

A sinistra: Guercino, Susanna e i vecchioni; 
A destra: Guercino, Il ritorno del figliol prodigo

A sinistra: Guercino, Susanna e i vecchioni. A destra: Guercino, Il ritorno del figliol prodigo

Le prime commissioni pubbliche importanti di Guercino sono affreschi decorativi di abitazioni private; le pitture di casa Provenzale a Cento, del 1614, si rifanno agli affreschi dei Carracci a Palazzo Fava a Bologna, mentre nelle pitture di casa Pannini, sempre a Cento e datati 1615-17, Guercino decora varie stanze con soggetti mitologici, paesaggi agresti e scene di vita quotidiana.

Guercino, paesaggio con caccia al leone

Guercino e collaboratori, Paesaggio con caccia al leone, Cento, Civica Pinacoteca il Guercino. Archivio Fotografico Civica Pinacoteca Il Guercino, Cento

Alla morte di Benedetto Gennari il Vecchio nel 1613, Guercino eredita di fatto la gestione della bottega, anche se non gli è consentito, in base alle leggi delle corporazioni bolognesi, diventare proprietario dell’attività né aprire una propria bottega. Apre invece nel 1617 un’accademia di pittura che, grazie alla fama raggiunta ad una pur così giovane età, è frequentata secondo le fonti da ben ventitré allievi. Per agevolare l’insegnamento, realizza un libro di disegni che nel 1619 viene inciso da Oliviero Gatti e dedicato a Francesco Gonzaga, duca di Mantova.

Oliviero Gatti (da Guercino), Manuale per i principianti del disegno

Oliviero Gatti (da Guercino), Manuale per i principianti del disegno

Nel 1615 Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna, chiama il giovane pittore in città per conoscerlo di persona, e su raccomandazione di Ludovico Carracci acquista una serie di quattro pitture di Evangelisti. Eletto papa nel 1621 con il nome di Gregorio XV, Ludovisi chiama a Roma diversi pittori emiliani fra i quali Guercino; fra i vari lavori, gli affida la decorazione di una serie di stanze nel cosiddetto Casino Ludovisi o Casino dell’Aurora, una villa suburbana che conserva, oltre ai diversi affreschi eseguiti da Guercino in collaborazione con il quadraturista Agostino Tassi, anche un dipinto murale di Caravaggio commissionato dal precedente proprietario Francesco Maria del Monte.

Guercino, casino Ludovisi Aurora

Guercino e Agostino Tassi, Aurora, Casino Ludovisi

Alla morte di Gregorio XV nel 1623 Guercino ritorna a Cento, dove si stabilisce fino al 1641 lavorando a commissioni internazionali e ricevendo nel suo studio importanti personalità. Rifiuta l’invito a diventare pittore di corte dai sovrani di Francia e Inghilterra e dal Duca di Mantova. Nel 1626 lavora agli affreschi della cupola della cattedrale di Piacenza, dove dipinge sei degli otto Profeti lasciati incompiuti dal Morazzone alla sua morte.

Duomo di Piacenza cupola Guercino Profeta Michea_e Geremia Morazzone Profeta David

Guercino,: Profeta Michea e Profeta Geremia; Morazzone: Profeta David, cupola del Duomo di Piacenza

Nel 1642 si trasferisce a Bologna, dove rimane per il resto della vita; il trasferimento è probabilmente dovuto, oltre che alla situazione politica instabile causata da una guerra in corso fra lo Stato Pontificio e i Farnese, anche alla morte di Guido Reni, il pittore allora più importante in città, con l’intento di ottenere commissioni dai clienti dell’artista scomparso.

Guercino resta a Bologna per il resto della sua vita; dalla sua casa-bottega, dove vive con il fratello e i cognati, tutti impegnati nell’impresa di famiglia, continua a dipingere fino alla morte, che arriva nel 1666. Lo studio viene ereditato dai suoi nipoti, Benedetto e Cesare Gennari, che proseguono l’attività fino al Settecento continuando ad utilizzare i disegni del maestro e a trasmettere la sua eredità artistica.

Guercino, Padre Eterno

A sinistra: Guercino, Padre Eterno. A destra: Guercino, Padre Eterno

Il percorso della mostra

Partendo dall’importante nucleo di dipinti e disegni di Guercino conservati nelle collezioni dei Musei Reali di Torino e collezionati dai Savoia fin dal Seicento, affiancati ad opere di altri artisti coevi come i Carracci, Domenichino e Guido Reni, la mostra si propone di illustrare le modalità di lavoro di un’importante bottega pittorica del Seicento emiliano.

Paolo Antonio Barbieri, Natura morta con paramenti vescovili e argenti

Paolo Antonio Barbieri, Natura morta con paramenti vescovili e argenti, Cento, Civica Pinacoteca il Guercino. Archivio Fotografico Civica Pinacoteca Il Guercino, Cento

La mostra si apre con una serie di confronti con i pittori che hanno influenzato lo stile del giovane Guercino, che nei suoi primi anni di formazione studia attentamente i maestri bolognesi e ferraresi attivi a Cento, traendo insegnamento dalle opere di Ludovico Carracci, dello Scarsellino e di Carlo Bononi.

Ludovico Carracci, Annunciazione; Guercino, Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria alla presenza di san Carlo Borromeo; Scarsellino: Matrimonio mistico di santa Caterina

A sinistra: Ludovico Carracci, Annunciazione. Al centro: Guercino, Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria alla presenza di san Carlo Borromeo. A destra: Scarsellino, Matrimonio mistico di santa Caterina

La produzione giovanile di Guercino dà ampio spazio alla rappresentazione del paesaggio, sia in disegni di soggetto campestre che nelle decorazioni murali in abitazioni private nelle quali è impegnato nei suoi primi anni di attività.

Guercino, Paesaggio con caccia agli uccelli
Paesaggio con caccia alla lepre e alla volpe
Paesaggio con caccia al leone
Paesaggio con caccia al cervo e al cinghiale

Sopra a sinistra: Guercino, Paesaggio con caccia agli uccelli. Sopra a destra: Guercino, Paesaggio con caccia alla lepre e alla volpe. Sotto a sinistra: Guercino, Paesaggio con caccia al leone. Sotto a destra: Guercino, Paesaggio con caccia al cervo e al cinghiale

Divenuto un pittore affermato, Guercino apre a Cento un’Accademia di disegno, sull’esempio di quella gestita a Bologna dai Carracci; per aiutare i suoi allievi nell’apprendimento, dà alle stampe una serie di incisioni tratte da suoi disegni con studi dal vero del corpo umano. Nell’organizzazione del lavoro della bottega guerciniana, i disegni preparatori restano una componente fondamentale della creazione: Guercino è solito studiare tramite disegni più versioni di uno stesso soggetto per valutare l’impostazione generale della scena e le posizioni delle singole figure.

Guercino, Nudo virile di spalle sdraiato a terra sul fianco destro col braccio sinistro alzato

Guercino, Nudo virile di spalle sdraiato a terra sul fianco destro col braccio sinistro alzato, Bologna, Pinacoteca Nazionale – Gabinetto Disegni e Stampe. Su concessione Ministero della Cultura – Musei Nazionali di Bologna

L’incontro con il potente arcivescovo di Bologna Alessandro Ludovisi apre a Guercino la strada delle commissioni ecclesiastiche e internazionali, soprattutto dopo che il Ludovisi, diventato papa con il nome di Gregorio XV, lo chiama a Roma presso la corte pontificia. Anche se la permanenza a Roma dura poco più di due anni, qui Guercino ha l’occasione di studiare i grandi maestri attivi nella capitale, dal naturalista Caravaggio al classicista Guido Reni.

Guercino, Ercole con la clava e la pelle

Guercino, Lot e le figlie, Madrid, Patrimonio Nacional – Colecciones Reales, Real Monasterio de San Lorenzo de El Escorial © Madrid, Patrimonio Nacional

Caratteristica della bottega di Guercino è la produzione di più varianti dello stesso soggetto destinate a committenti diversi, e di copie autorizzate realizzate dai collaboratori, molto meno costose rispetto alle opere di mano del maestro.

Guercino, Re Davide in preghiera a mani giunte e sguardo al cielo; Benedetto Gennari, Re Davide in preghiera

A sinistra: Guercino, Re Davide in preghiera a mani giunte e sguardo al cielo. A destra: Benedetto Gennari, Re Davide in preghiera

A partire dal 1629 è possibile seguire la produzione della bottega guerciniana grazie al cosiddetto Libro dei conti, un elenco di tutti i pagamenti ricevuti per le opere realizzate; grazie a questo libro siamo in grado di datare la maggior parte delle opere, di risalire ai committenti, e di conoscere il loro prezzo, che era in genere fisso a seconda della dimensione e della quantità delle figure, e dei materiali utilizzati per la realizzazione.

Guercino, Le sante Geltrude e Lucrezia; Guercino, Madonna della benedizione

A sinistra: Guercino, Le sante Geltrude e Lucrezia. A destra: Guercino, Madonna della benedizione

Temporaneamente prelevata dal suo altare in occasione dell’esposizione e restaurata dal Centro Conservazione e Restauro della Venaria Reale, è presente in mostra la tela con la Madonna del Rosario proveniente dalla chiesa di San Domenico a Torino, eccezionalmente visibile da vicino in tutta la sua grandiosità, a testimonianza del legame di Guercino con il ducato sabaudo.

Guercino, Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena

Guercino, Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena

Il gusto tutto seicentesco per la rappresentazione drammatica delle emozioni si traduce in opere dallo spiccato taglio teatrale, con una gestualità accentuata, una visione ravvicinata dei soggetti che coinvolge più direttamente lo spettatore, una resa fortemente espressiva dei personaggi e degli ambienti in cui si trovano.

Guercino, Liberazione di san Pietro; Guercino, San Matteo e l’angelo

A sinistra: Guercino, Liberazione di san Pietro. A destra: Guercino, San Matteo e l’angelo

La mostra si chiude con un omaggio alle eroine femminili, Sibille e donne di grande carattere e forte personalità rappresentate con un’accentuata introspezione psicologica.

Guercino, Sibilla Cumana
Guercino, Sibilla Persica
Guercino, Sibilla Samia

A sinistra: Guercino, Sibilla Cumana. Al centro: Guercino, Sibilla Persica. A destra: Guercino, Sibilla Samia

Informazioni sulla mostra

Per un approfondimento sulla chiesa di San Domenico a Torino leggete il nostro articolo

Per un approfondimento sul Centro Conservazione e Restauro della Venaria Reale leggete il nostro articolo

Come arrivare

Le sale espositive di Palazzo Chiablese si trovano in piazzetta Reale 1, al piano terra. Attenzione: il palazzo si trova in ZTL, dove vige il divieto di circolazione per gli automezzi dal lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 10:30.

Con i mezzi pubblici: tram e autobus con fermata in piazza Castello o in via XX Settembre; consigliamo di verificare sul sito dei trasporti pubblici torinesi l’itinerario migliore a seconda della provenienza.

In auto: tutti i parcheggi del centro sono a pagamento; consigliamo il parcheggio Roma-San Carlo-Castello con ingresso da piazza Castello angolo via Viotti.

Dove mangiare

Per assaggiare una specialità piemontese consigliamo la Gofreria Piemonteisa, che prepara al momento gofri e miasse sia dolci che salati.

Collegamenti utili

Musei Reali Torino

GTT (Gruppo Torinese Trasporti)

Parcheggio Roma-San Carlo-Castello