Mostra “Mimmo Jodice. Senza tempo”
Torino – Gallerie d’Italia
Alle Gallerie d’Italia di Torino è aperta fino al 7 gennaio 2024 la mostra “Mimmo Jodice. Senza tempo”, omaggio al grande maestro della fotografia in un’antologica che ripercorre i principali temi della sua lunga carriera. L’ingresso è incluso nell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.
Allestimento mostra – Sala video, foto © Andrea Guermani
L’artista
Nato a Napoli nel 1934, Mimmo (Domenico) Jodice, secondo di quattro figli, è costretto a iniziare a lavorare a soli dieci anni, in un momento di grave difficoltà economica della famiglia in seguito alla prematura morte del padre. Prosegue gli studi come privatista, e, frequenta gli ambienti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli; dopo le prime esperienze con la pittura e la scultura sotto l’influenza di Filippo de Pisis e Lorenzo Viani, si avvicina alla fotografia alla fine degli anni ’50. Nel 1962 sposa Angela Salomone, compagna di vita e di lavoro, con la quale ha tre figli.
Le prime sperimentazioni degli anni Sessanta, influenzate dalle correnti artistiche dell’Informale e delle avanguardie, indagano gli aspetti tecnici della fotografia con una particolare attenzione ai processi della camera oscura, che vengono portati a limiti estremi per ottenere effetti astratti, grafici, personali e fortemente espressivi: da ogni rielaborazione e manomissione nascono opere uniche e non riproducibili. Jodice continua poi per tutta la vita a sviluppare personalmente le sue foto, giocando sui tempi di esposizione, sui contrasti, sulle luci e sulle ombre.
Allestimento mostra, Sezione Linguaggio, foto © Andrea Guermani
Nel 1967 espone per la prima volta le sue opere in una mostra a Napoli; è proprio in questi anni che entra in contatto con i maggiori artisti della scena internazionale, fra cui Andy Warhol, Sol LeWitt, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alberto Burri, scoprendo una sensibilità verso i temi della contestazione sociale. L’interesse antropologico per i rituali religiosi del sud Italia lo porta alla pubblicazione di un volume sulle feste popolari. Nel 1970 inizia a insegnare fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, prima tenendo dei corsi sperimentali, e poi, dal 1975 al 1994, come docente di Fotografia.
Allestimento mostra – Sezione Linguaggio, foto © Andrea Guermani
Senza abbandonare la sperimentazione sulle tecniche fotografiche, come la celebre serie degli strappi e delle sovrapposizioni, negli anni ’70 si dedica ad un’indagine sociale della realtà di Napoli, dagli ospedali ai manicomi, dai luoghi di lavoro alle carceri, dalle scuole all’emarginazione delle periferie, dallo sviluppo urbano della città all’epidemia di colera del 1971. Protagonisti di questi scatti sono gli abitanti della città, ritratti che non hanno un intento di documentazione e cronaca, ma di indagine sullo stato di degrado in cui vive la popolazione.
Allestimento mostra, foto © Andrea Guermani
Alla fine degli anni ’80 l’attenzione si sposta dalla fotografia sociale all’analisi dell’ambiente urbano sia di Napoli che di altre città italiane ed europee; le figure umane scompaiono per lasciare il posto a spazi urbani vuoti, inquietanti, metafisici, sospesi ed irreali. Nel 1995 viene pubblicato un volume sul Mediterraneo, punto di arrivo di una riflessione condotta nell’arco di alcuni anni sui temi della memoria e delle origini, delle vestigia dell’età classica e della loro persistenza nel presente come rovine e come fondamento della cultura mediterranea.
Allestimento mostra – Sezione Mari, foto © Andrea Guermani
Dalla collaborazione con diverse istituzioni museali e storici dell’arte nascono diverse pubblicazioni dedicate ad artisti del passato e siti archeologici.Il volume “Eden” del 1998 presenta gli esiti di una ricerca sugli oggetti della quotidianità, in una reinterpretazione personale del tema della natura morta nella quale i soggetti sono sospesi in una visione distorta e sfocata. Nel 2001 Gae Aulenti sceglie alcuni ingrandimenti di immagini di tema archeologico per l’allestimento della stazione Museo della metropolitana di Napoli da lei progettata.
Ormai riconosciuto come maestro indiscusso della fotografia contemporanea, dagli anni 2000 Jodice è invitato a documentare paesaggi e città italiane e straniere in numerosi reportage, da Boston a Venezia, dal museo del Louvre a New York, da Montréal a San Paolo, accompagnati da innumerevoli mostre monografiche e antologiche.
La mostra
Nell’ambito del progetto sulla grande fotografia italiana che ha preso avvio nel 2022 con la mostra su Lisetta Carmi, le Gallerie d’Italia di Torino presentano ora una retrospettiva su Mimmo Jodice, con un’ottantina di scatti realizzati fra il 1964 e il 2011 che ripercorrono i temi più cari all’artista.
La mostra si apre con la celebre sequenza di volti tratti dalla statuaria e dai mosaici antichi utilizzata per la decorazione della stazione Museo della metropolitana di Napoli; le immagini, allineate una accanto all’altra, ci guardano da una dimensione lontana, accentuata dalle elaborazioni in camera oscura che le rendono leggermente sfocate e sfuggenti. Sono qui presenti anche gli scatti che ritraggono gli atleti della Villa dei Papiri di Ercolano, con i loro forti contrasti chiaroscurali. Le opere di questa sezione fanno parte del lungo progetto sul Mediterraneo.
Allestimento mostra – Ingresso, foto © Andrea Guermani
La sezione “Linguaggio” presenta la serie di scatti più sperimentali di Jodice, ed è una riflessione sulla supposta verità e obiettività della fotografia. Una prima serie di immagini mostra delle elaborazioni estreme di oggetti (bottiglie, lastre in pietra) e persone portate al punto di diventare dei segni grafici astratti. Un secondo gruppo di immagini dimostra che le fotografie non sono la realtà: la fotografia di una mano che scrive è completata da una vera scritta a penna; l’immagine di una mano che taglia un foglio è tagliata per davvero; alla foto di una busta è stato applicato un vero francobollo; la fotografia della carta d’identità di Jodice stesso è completata da una vera fototessera.
Allestimento mostra – Sezione Linguaggio, foto © Andrea Guermani
In una serie di vedute di Napoli, Jodice mostra il lato più straniante della sua città di origine; spazi vuoti e disabitati, dove le tracce della presenza umana diventano segni di una comunicazione interrotta: gradini che salgono verso una porta murata, panni stesi che sembrano fantasmi, architetture negate da coperture in lamiera, finestre vere che si intersecano a finestre dipinte senza rigore logico. I numerosi viaggi di Mimmo Jodice sono testimoniati da una serie di scatti realizzati nelle metropoli di tutto il mondo: da Roma a Milano, da Parigi alle grandi città americane, riprese in dettagli inusuali e da punti di osservazione inaspettati.
Allestimento mostra – Sezione Città, foto © Andrea Guermani
La sezione “Natura” presenta opere inedite, fra paesaggi, visioni ravvicinate di alberi, frutti e piante, angoli cittadini dove si nascondono giardini solitari, segni di una natura indomabile che esiste accanto a noi. La sezione conclusiva è dedicata al mare, presenza costante nella vita di Jodice, in visioni ampie e panoramiche nelle quali l’elemento umano è assente e l’artista è solo davanti alla vastità delle acque, in un tempo sospeso e poetico. La mostra si chiude con un filmato esclusivo realizzato in occasione dell’esposizione, nel quale Jodice racconta la sua visione della fotografia e il suo metodo di lavoro, fatto di sentimenti, riflessione, malinconia, emozioni.
Allestimento mostra – Sezione Natura, foto © Andrea Guermani
Come arrivare
Le Gallerie d’Italia si trovano in piazza San Carlo 156, nel cuore del centro storico di Torino.
Con i mezzi pubblici: metropolitana, tram e autobus con fermata alla stazione ferroviaria di Porta Nuova; è possibile raggiungere piazza San Carlo in pochi minuti con una breve passeggiata sotto i portici di piazza Carlo Felice e via Roma (ca. 700 metri)
In auto: parcheggio sotterraneo “Roma – San Carlo – Castello” con accesso da piazza Carlo Felice e via Piero Gobetti; attenzione: piazza San Carlo si trova in zona ZTL.
Collegamenti utili
Parcheggio “Roma – San Carlo – Castello”
GTT (Gruppo Torinese Trasporti)