Mostra Moroni Milano Gallerie d'Italia, copertina
Mostre

Mostra “Moroni. Il ritratto del suo tempo”

Milano – Gallerie d’Italia

Fino al 1 aprile 2024 è visitabile presso le Gallerie d’Italia di Milano la mostra “Moroni (1521-1580). Il ritratto del suo tempo”, dedicata all’artista bergamasco celebre per i suoi ritratti al naturale, in un confronto con i suoi maestri e altri ritrattisti del tempo come Tiziano e Tintoretto. L’ingresso è incluso nell’Abbonamento Musei Lombardia Valle d’Aosta.

Milano Gallerie d'Italia, mostra Moroni "il ritratto del suo tempo"

A sinistra: Moretto, Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria con i santi Caterina da Siena, Paolo e Gerolamo. Al centro: Giovan Battista Moroni, Madonna con il Bambino in gloria e i santi Ambrogio, Gregorio, Gerolamo, Agostino e Giovanni evangelista. A destra: Moretto, Caduta di san Paolo

L’artista

Nato ad Albino, località a pochi chilometri a nord di Bergamo, verso il 1521, Giovan Battista Moroni nel 1532 si trasferisce con la famiglia nel bresciano, dove il padre opera come impresario edile; viene mandato a bottega come apprendista presso il pittore di Brescia Alessandro Bonvicino detto il Moretto. Moroni resta nella bottega probabilmente fra la seconda metà degli anni ’30 e gli anni ’40 del Cinquecento; rimane traccia di questo periodo formativo in una serie di disegni datati 1543 e ora conservati alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia; si tratta di copie da opere del maestro, che vengono poi riutilizzate da Moroni nel corso di tutta la sua carriera per le composizioni di soggetto religioso.

È probabilmente Moretto a inviare il suo allievo a Trento, dove si è appena aperto il Concilio (1545-63); qui Moroni entra in contatto con il principe-vescovo Cristoforo Madruzzo, organizzatore del Concilio; in mostra sono presenti il ritratto del principe-vescovo realizzato da Tiziano, e quelli dei suoi nipoti realizzati da Moroni. Grazie ai rapporti con la potente famiglia Madruzzo, Moroni realizza una serie di ritratti di altri personaggi presenti in città per le sedute conciliari. A Trento Moroni si afferma anche come pittore di soggetti sacri, lasciando un esempio nella Madonna col Bambino e Santi della chiesa di Santa Maria Maggiore, presente in esposizione, che mostra ancora la dipendenza dai modelli del maestro Moretto, di cui riprende una composizione analoga.

Giovan Battista Moroni, da sx a dx: Ritratto di uomo con i guanti (Liberale da Pinedel?), Ritratto di ecclesiastico, Ritratto di un dotto, Ritratto di Giovan Crisostomo Zanchi, Ritratto di Canonico lateranense (Basilio Zanchi)

Giovan Battista Moroni, da sinistra a destra: Ritratto di uomo con i guanti (Liberale da Pinedel?); Ritratto di ecclesiastico; Ritratto di un dotto; Ritratto di Giovan Crisostomo Zanchi; Ritratto di Canonico lateranense (Basilio Zanchi)

Rientrato da Trento, Moroni si stabilisce nuovamente ad Albino nel 1555, continuando poi ad operare per tutta la vita nell’area bergamasca specializzandosi su due fronti, quello della ritrattistica e quello delle pale d’altare. Su una produzione complessiva di 227 lavori che gli sono attribuiti, ben 130 sono i ritratti; Moroni mette a punto una formula compositiva che mantiene immutata lungo tutta la sua carriera: l’effigiato, in piedi a figura intera o molto spesso raffigurato di tre quarti seduto su una sedia, è ritratto su uno sfondo neutro che convoglia l’attenzione sulla psicologia del soggetto, una caratteristica che Moretto deriva da un altro dei suoi modelli, Lorenzo Lotto, lungamente attivo nella città di Bergamo. Nei decenni ’60 e ’70 si susseguono ritratti di aristocratici, podestà, borghesi, eruditi, ecclesiastici di Bergamo e provincia. Allo stesso periodo risale una serie di pale d’altare, ampiamente rappresentate in mostra a confronto con i modelli diretti di Moretto e Lotto, molte delle quali si trovano ancora nelle chiese per le quali furono commissionate. Alla morte del padre nel 1570 Moroni eredita tutte le sue proprietà in territorio bergamasco. Da questo momento, senza mai abbandonare l’attività artistica, il pittore risulta coinvolto in ruoli di amministrazione locale come console, consigliere, presidente di congregazioni, fino alla morte sopraggiunta nel 1579 o 1580.

La mostra

In un percorso per temi che ripercorre l’intera carriera dell’artista, sono esposte oltre 100 opere fra disegni, pale d’altare, ritratti, libri, medaglie che illustrano il panorama artistico della Bergamo cinquecentesca. L’esposizione si apre idealmente nella bottega del Moretto, con una serie di disegni dell’allievo Moroni tratti da dettagli di opere del maestro; fanno parte di questa sezione anche quattro grandi pale d’altare collocate nel salone d’ingresso, che mostrano come Moroni riprenda l’impaginazione delle figure di Moretto. Il committente della pala di Moretto Madonna con il Bambino in trono tra i santi Eusebia, Andrea, Domneone e Domno è il padre del cosiddetto Cavaliere in rosa di Moroni (visibile in una sala successiva), a dimostrazione della continuità delle commissioni dal maestro all’allievo da parte delle stesse famiglie bergamasche.

Moretto, Madonna con il Bambino in trono tra i santi Eusebia, Andrea, Domneone e Domno

Moretto, Madonna con il Bambino in trono tra i santi Eusebia, Andrea, Domneone e Domno

Un altro modello di riferimento per Moroni, il veneziano Lorenzo Lotto, era stato lungamente attivo a Bergamo; il confronto fra i due artisti è proposto con due versioni della Trinità, analoghe per iconografia e impostazione. Anche alcuni tagli e inquadrature dei ritratti di Lotto vengono recepiti e rielaborati da Moroni.

L’esperienza di Moroni a Trento, l’unica nella sua carriera al di fuori dei territori bergamaschi, è illustrata nella terza sezione. Nella città del Concilio, l’artista realizza una serie di ritratti, confrontandosi con Tiziano, il maestro del genere della ritrattistica. Peculiarità di Moroni è l’esecuzione dei ritratti senza alcun disegno preparatorio, tecnica che conferisce loro grande vitalità, espressività e immediatezza.

Moroni, ritratti

A sinistra: Giovan Battista Moroni, Ritratto di Giulio Gilardi. Al centro: Giovan Battista Moroni, Ritratto di capitano bergamasco. A destra: Giovan Battista Moroni, Ritratto di M.A. Savelli

Il confronto con altri ritrattisti del tempo, fra cui Tintoretto, mostra come anche nei ritratti ufficiali Moroni prediliga, anziché un’immagine formale che esalti lo stato sociale dei soggetti, l’aspetto umano dei personaggi, che ci vengono presentati in atteggiamenti informali e in pose rilassate.

A sx: Tintoretto, Ritratto del procuratore Jacopo Soranzo
Al centro: Giovan Battista Moroni, Ritratto di Michel de l’Hôspital
A dx: Giovan Battista Moroni, Ritratto di Jacopo Foscarini

A sinistra: Tintoretto, Ritratto del procuratore Jacopo Soranzo. Al centro: Giovan Battista Moroni, Ritratto di Michel de l’Hôspital. A destra: Giovan Battista Moroni, Ritratto di Jacopo Foscarini

Un’ampia sezione presenta una serie di ritratti cosiddetti “al naturale”, indagando una delle specificità di Moroni: inserendosi nel dibattito, affrontato anche da teorici del tempo come Vasari e Lomazzo, se fosse preferibile ritrarre al naturale (cioè riproducendo le fattezze dei soggetti senza eliminare nessun difetto) oppure idealizzare le figure, Moroni sceglie di aderire alla realtà riproducendo fedelmente anche gli aspetti meno gradevoli dell’effigiato; i dipinti diventano così una sorta di ritratto morale, una resa del momento psicologico in cui viene colto il soggetto. Esemplari di questa capacità di Moroni sono due dei quadri di questa sezione, il Ritratto di Gabriele Albani, colto in tutta la sua fierezza, e il Ritratto di vecchio seduto con un libro (Piero Spino), che immortala uno storico ed erudito bergamasco amico di Moroni, raffigurato in forma confidenziale come se fosse stato appena interrotto durante la lettura.

Giovan Battista Moroni, ritratto del canonico Pietro Bresciani, ritratto di Gabriele Albani,
ritratto di vecchio seduto con un libro (Pietro Spino)

A sinistra: Ritratto del canonico Pietro Bresciani. Al centro: Ritratto di Gabriele Albani. A destra: Ritratto di vecchio seduto con un libro (Pietro Spino)

La sesta sezione ospita grandi pale d’altare, in un confronto fra Moroni, Lotto e Moretto. In alcune è presente un ritratto del committente, aspetto sempre più raro dopo il Concilio di Trento; nell’Ultima cena in un’impostazione della scena piuttosto canonica compare al centro del dipinto un uomo in veste nera con un’ampolla in mano, forse il parroco locale dell’epoca.

Giovan Battista Moroni, pale d'altare

A sinistra: Moretto, Pala Rovellio. A destra: Moretto, Esaltazione della reliquia della Santa Croce con i santi Faustino e Giovita

La sezione successiva raccoglie una serie di dipinti di devozione privata che raffigurano la cosiddetta “orazione mentale”: su uno sfondo a volte indefinito e a volte immerso in un paesaggio, è rappresentato in una sorta di visione l’oggetto della preghiera di un devoto, mostrato in primo piano in proporzioni maggiori, come se fosse colto in un momento di contemplazione di una scena sacra. Sono presenti anche alcune pale di maggiore formato destinate ad altari di patronato privato; nel Cristo con l’angelo, nel Cristo portacroce e nel Crocifisso la dinamica degli sguardi dei soggetti raffigurati prevede la presenza di un osservatore che entra così a far parte della rappresentazione.

Giovan Battista Moroni, devoto in contemplazione

A sinistra: devoto in contemplazione del Crocifisso con i santi Giovanni Battista e Sebastiano; al centro: crocifisso con i santi Bernardino da Siena e Antonio di Padova; A destra: Moretto, Cristo in Passione e l’angelo

Moroni, che trascorre gran parte della sua vita nei territori di origine, ritrae eruditi, aristocratici e personalità locali; l’ottava sezione è una panoramica sulla società del tempo che ci mostra i rappresentanti delle principali famiglie bergamasche, raffigurate con grande sfoggio di ricchezza ed eleganza. Sono qui posti a confronto il ritratto del cosiddetto Cavaliere in rosa Gian Gerolamo Grumelli con quello di sua moglie Isotta Brembati, donna colta e versata nelle lettere nota per i suoi cenacoli letterari.

Giovan Battista Moroni, ritratto di Gian Gerolamo Grumelli e della moglie Isotta Brembati

A sinistra: Ritratto di Gian Gerolamo Grumelli (Il cavaliere in rosa). Al centro: Ritratto di Isotta Brembati. A destra: Ritratto di Isotta Brembati

La sezione conclusiva è dedicata alla moda del tempo; partendo dall’iconico Ritratto di sarto, che mostra un artigiano al lavoro che guarda l’osservatore fiero del suo mestiere e della sua evidente agiatezza economica, la sala presenta una carrellata di ritratti di soggetti in abiti neri, colore molto di moda all’epoca, di cui Moroni è abilissimo a riprodurre la grande varietà di tonalità, stoffe e lavorazioni.

Giovan Battista Moroni, ritratti

A sinistra: Ritratto di sarto. A destra: Ritratto di Pietro Secco Suardo

Qui trovate il nostro articolo sulla collezione permanente delle Gallerie d’Italia di Milano.

Informazioni sulla mostra

Come arrivare

Le Gallerie d’Italia si trovano in piazza della Scala 6. Le mostre temporanee sono allestite nelle sale espositive al piano terra. Al piano inferiore è disponibile un guardaroba gratuito custodito.

Con i mezzi pubblici: metropolitana fermata Duomo o Montenapoleone, tram e autobus con fermata in piazza Duomo o piazza della Scala; consigliamo di verificare sul sito dei trasporti pubblici milanesi l’itinerario migliore a seconda della provenienza.

In auto: piazza della Scala e tutti i parcheggi del centro storico si trovano in area C (zona a traffico limitato), con accesso subordinato al pagamento di un ticket; rimandiamo alla pagina dedicata sul sito del Comune per i dettagli sull’accesso all’area C. I parcheggi più vicini alle Gallerie d’Italia sono in piazza Meda, in piazza Diaz, e presso l’autorimessa dei grandi magazzini La Rinascente.

Dove mangiare

Per una sosta veloce ma gustosa, consigliamo Antica Pizza Fritta da Zia Esterina (solo asporto), a pochi passi dalle Gallerie.

Collegamenti utili

Gallerie d’Italia

ATM (Azienda Trasporti Milanesi)

Area C Milano

Parcheggio piazza Meda

Parcheggio piazza Diaz

Autorimessa La Rinascente