Palermo – Museo Diocesano

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Visita al Museo Diocesano di Palermo, ospitato nel Palazzo Arcivescovile, con le collezioni di arte sacra e gli appartamenti storici delle Stanze dei Vescovi.

Pa;lermo museo diocesano, Cappella Borremans

Cappella Borremans – Guglielmo Borremans, Adorazione dei pastori

La storia del Palazzo Arcivescovile

L’edificazione dell’attuale Palazzo Arcivescovile inizia intorno al 1460, quando l’arcivescovo Simone Beccadelli, appartenente al ramo siciliano di una famiglia aristocratica di origine bolognese, decide di costruire un nuovo palazzo da destinare a dimora episcopale e sede di rappresentanza in sostituzione del vecchio arcivescovado situato a nord della Cattedrale. Di questa fase costruttiva quattrocentesca restano il portale d’ingresso, decorato da una serie di modanature e girali e sormontato da uno stemma con le insegne della famiglia Beccadelli, la trifora in stile gotico flamboyant situata all’angolo tra via Bonelli e via Vittorio Emanuele, e un soffitto ligneo nella Sala Beccadelli.

Palermo Palazzo Arcivescovile portale ingresso

Portale d’ingresso

Il prospetto orientale del Palazzo, che si sviluppa dall’antico Càssaro, la strada più antica di Palermo, alla torre campanaria dell’antistante Cattedrale, viene abbellito e modificato fino al ’700 dai vari vescovi, che lo adeguano agli stili architettonici del momento. In epoca rinascimentale vengono realizzate le finestre del primo piano, sormontate da timpani alternativamente triangolari e ad arco; il balcone all’angolo su via Vittorio Emanuele è opera del 1587 di Vincenzo Gagini, mentre quello sopra all’ingresso è un’aggiunta del 1592; i restanti balconi risalgono al Seicento. Nel XVI secolo l’edificio viene ulteriormente ampliato lungo il Cassaro per ospitare il seminario arcivescovile, mentre all’inizio del ’600 sulla facciata verso la Cattedrale viene eliminato l’originario loggiato all’uoltimo piano, sostituito dalle attuali finestre in corrispondenza dei sottostanti balconi.

Palermo palazzo arcivescovile, trifora

Trifora

Non conosciamo con precisione la distribuzione interna degli ambienti all’epoca della costruzione del Palazzo; considerando la dimensione della finestra, la torre angolare con la trifora era probabilmente un ambiente di rappresentanza a doppia altezza. Fra il XV e il XIX secolo le stanze subiscono le modifiche apportate dai vari vescovi che aggiornano la decorazione secondo gli stili in voga al momento. L’ultimo importante intervento all’edificio risale al 1826-35, quando le torri campanarie, già compromesse, vengono rifatte in stile neogotico in seguito ai danni arrecati dal terremoto del 1823.

Cattedrale di Palermo Torri fronte occidentale e campanile

Torri e campanile della Cattedrale

La storia del Museo Diocesano

Il Museo viene fondato nel 1927 dal vescovo di Palermo Alessandro Lualdi, accogliendo le indicazioni di Papa Pio XI che pochi anni prima aveva promosso l’istituzione in tutta Italia dei musei diocesani, destinati a raccogliere le opere d’arte sacra a rischio di dispersione nelle chiese non più officiate. Il nucleo iniziale del museo palermitano, allestito in 7 sale, è costituito da numerose sculture che decoravano la Cattedrale prima della ristrutturazione di fine ’700 di Ferdinando Fuga, oltre che da opere provenienti da chiese distrutte, in demolizione o in disuso, fra cui pitture, oggetti di arte decorativa, marmi, lapidi, paliotti ricamati.

Palermo museo diocesano, Sala 8, Sala del ’500 e della Tribuna

Sala 8 – Sala del ’500 e della Tribuna

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, al Museo tornano le opere della collezione che erano state ricoverate in luoghi sicuri durante il conflitto, oltre a nuove opere che non possono più essere ricollocate nei luoghi d’origine distrutti durante i bombardamenti; i locali destinati all’esposizione vengono perciò ampliati a 15 sale. Il Museo viene riaperto al pubblico nel 1952, ma le difficoltà economiche non consentono un’apertura regolare.

Palermo museo diocesano, Sala 3, sala delle Croci

Sala 3 – Sala delle Croci

A seguito del clamoroso furto della Natività di Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo nel 1969, numerose opere vengono trasferite con urgenza al Museo Diocesano per ragioni di sicurezza. Il Museo viene nuovamente inaugurato nel 1972, ma la mancanza di fondi, le carenze di personale e continui guasti strutturali nei locali del sottotetto costringono a una nuova chiusura. Dalla metà degli anni ’80 al 2000 si susseguono lavori di restauro negli ambienti del seminterrato, del piano terra e del piano nobile, oltre a scavi archeologici che portano alla luce resti dell’antica Panormos. Il Museo viene nuovamente inaugurato nel 2003; con la progressione dei restauri, vengono gradualmente aperte alle visite anche le sale di rappresentanza del piano nobile, già appartamenti dei Vescovi, fino a giungere all’attuale allestimento a 27 sale ultimato nel 2021.

Palermo museo diocesano, sala della Madonna Odigitria

Sala 2 – Sala della Madonna Odigitria

Il percorso di visita

L’allestimento rispecchia la doppia natura dell’edificio: il piano terra e il seminterrato sono allestiti come un tradizionale museo, mentre le stanze del piano nobile sono una casa-museo con soffitti affrescati, arredi, porte intarsiate, preziosi lampadari, e una disposizione dei dipinti che richiama la prassi diffusa fino all’800 di decorare le pareti con il maggior numero possibile di quadri, in un’ottica di arredo e orgogliosa esibizione della propria collezione. Segnaliamo che le sale visitabili sono 27, e non 15 come riportato sul sito del Museo, che non è purtroppo aggiornato al più recente allestimento.

Palermo museo diocesano, Sala 25, sala Beccadelli e di Sant'Agata

Sala 25 – Sala Beccadelli e di Sant’Agata

Il percorso, disposto in ordine cronologico, inizia dai dipinti più antichi della collezione, con una serie di opere di arte cristiana dall’età normanna (XII secolo) al primo Rinascimento, fra le quali una Madonna Odigitria (cioè che ci indica con una mano il Bambino che tiene in braccio) del 1177, e una serie di preziosi fondi oro che testimoniano le influenze iberiche, nel periodo in cui la Sicilia è sottoposta alla corona spagnola, e toscane, dovute al trasferimento nell’isola di colonie di mercanti pisani, senesi e fiorentini; una sala è dedicata al tema della crocifissione, con opere raffiguranti Cristo in croce e diverse versioni del Compianto sul Cristo morto.

Palermo museo diocesano, sala della Madonna Odigitria

Sala 2 – Sala della Madonna Odigitria

Scendendo al piano seminterrato, nella prima sala è possibile vedere gli scavi archeologici con i resti di case e botteghe portati alla luce nelle campagne di studio degli anni ’90; il sito dove è stato costruito il Palazzo coincide infatti con l’area di più antico insediamento della città di Panormos, fondata dai mercanti punici nel VII secolo a.C. e diventata nei secoli romana, bizantina, araba, normanna.

Sala 4 – Scavi archeologici

Nelle sale sotterranee sono raccolte le collezioni di marmi: frammenti provenienti dalla Cattedrale fra i quali alcuni pezzi della Tribuna dei Gagini, statue delle sante patrone di Palermo, marmi barocchi provenienti da altari smembrati o da monumenti funebri, collezioni di ceramica invetriata.

Palermo museo diocesano, sala del ’400 e delle Sante Patrone

Sala 7 – Sala del ’400 e delle Sante Patrone

Risalendo ora per visitare le restanti sale del piano terra, si incontrano pitture e statue che raffigurano santi e soggetti sacri. Segnaliamo la Sala Mario di Laurito, dedicata all’artista di origine salernitana documentato in Sicilia nei primi anni del ’500; la Sala del Wobreck, dedicata al pittore nativo di Harlem attivo a Palermo negli anni ’70 del XVI secolo; la Sala delle maioliche, con una collezione di pezzi di provenienza per lo più siciliana donate dal magistrato Giacomo Spadaro.

Sala 12 – Sala Mario di Laurito

Raggiungendo il piano nobile si entra nelle cosiddette Stanze dei Vescovi, cioè gli ambienti che i Vescovi di Palermo hanno abitato e utilizzato come sale di rappresentanza fin dalla fondazione del Palazzo. Consigliamo di attraversare immediatamente il passaggio aperto nella muratura della torre campanaria per osservare la facciata della Cattedrale da un inedito punto di vista.

Facciata della Cattedrale vista dal balcone del campanile

Nelle sale di questo piano sono esposte opere dal ’600 in poi. La stanza più bella dell’intero Palazzo è la cosiddetta Cappella Borremans, affrescata nel 1733-34 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans con Storie dell’infanzia di Cristo e Profeti; il soffitto ligneo a cassettoni risale alla stessa epoca. Intorno alla metà del XX secolo la sala viene trasformata in una cappella inserendovi un altare barocco settecentesco e altri arredi liturgici coevi.

Palermo museo diocesano, sala 18 cappella Borremans

Sala 18 – Cappella Borremans

Le quattro salette che seguono sono state ricavate nell’800 dalla suddivisione di un unico ambiente analogo a quello della Cappella; una di queste è l’Alcova del cardinale Pietro Gravina, il cui arredo è stato ricreato inserendovi un letto a barca in stile impero. Le salette introducono all’infilata dei cinque saloni di rappresentanza dove sono esposte le tele di grandi dimensioni. La Sala Rossa è dedicata a Pietro Novelli, il più importante pittore del barocco siciliano, mentre la Sala Beccadelli, intitolata all’arcivescovo fondatore del Palazzo, presenta al centro il grande fercolo processionale di Sant’Agata e un soffitto ligneo quattrocentesco ritrovato sotto una volta ottocentesca durante gli ultimi restauri.

Palermo museo diocesano, sala Rossa o di Pietro Novelli

Sala 24 – Sala Rossa o di Pietro Novelli

Il percorso si conclude nella Sala Gialla, dedicata al tema dell’Assunta che richiama la dedicazione della Cattedrale, con dipinti del ’700 e dell’800 e l’unica opera novecentesca, un’interpretazione moderna della cinque-seicentesca Madonna del Monserrato esposta in una sala precedente. Lungo tutto il percorso di visita sono distribuiti i ritratti degli arcivescovi di Palermo che nei secoli hanno vissuto questi ambienti e sono stati prolifici committenti di opere d’arte e di architettura.

Palermo museo diocesano, sala Azzurra e dell’Arcivescovo Naselli

Sala 26 – Sala Azzurra e dell’Arcivescovo Naselli

Per un approfondimento sulla Cattedrale, leggete il nostro articolo: Palermo – Cattedrale

Come arrivare

Il Museo Diocesano di Palermo si trova in via Matteo Bonello 2, nel Palazzo Arcivescovile situato di fronte alla Cattedrale, in zona pedonale e in ZTL. È possibile acquistare il biglietto d’ingresso per il solo Museo, oppure un biglietto cumulativo in combinazione con la Cattedrale. Per le varie tipologie di biglietto e gli orari di apertura rimandiamo al sito del Museo.

Con i mezzi pubblici: la stazione di Palermo Centrale si trova a poco più di 1 km dal Museo; per raggiungerlo a piedi, consigliamo di evitare la trafficata via Roma e di percorrere via Maqueda. Per spostarsi in autobus, suggeriamo di verificare il percorso più conveniente sul sito dell’Amat (scegliere “Trova percorso con Moovit”).

In auto: consigliamo il parcheggio Apcoa Orlando, a circa 900 metri a piedi dal Museo. Per una lista di altri parcheggi disponibili, rimandiamo al sito del Comune.

Dove mangiare

Consigliamo di non perdere le tipiche arancine di riso in uno dei numerosi chioschi che si trovano su via Vittorio Emanuele.


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